IL TEMPO (T. CARMELLINI) - Lontano da casa e dallo stress che la pseudo-pandemia sta trasmettendo all'Italia e a tutto il nostro sport, con partite in dubbio, altre a porte chiuse, eventi rimandati e molti a rischio annullamento, la Roma prova a dare un senso alla sua stagione. Lo farà in Belgio, dove la gente non guarda chi le sta di fianco, pensa alle cose concrete e non sembra spaventata affatto ne dal coronavirus, ne tantomeno dalla marea giallorossa che stasera tiferà Roma alla Ghelamco Arena di Gand. La tradizione è negativa (pure quella) perché da quando questa competizione si chiama Europa League la Roma al massimo è arrivata agli ottavi: quindi in caso di qualificazione si eguaglierebbe un record. Eppoi è da una vita che la Roma non riesce a passare in Europa partendo dall’1-0 dell’andata (quasi vent'anni). Ma stasera i giallorossi contro il Gent dovranno scardinare questa maledizione per provare almeno a salvare una stagione che rischia di naufragare. Virtualmente fuori dalla zona Champions (anche se mancano ancora un bel po' di partite da giocare), fuori dalla Coppa Italia e senza nulla altro a cui puntare, la coppa «povera» d'Europa non è certo da sottovalutare. Almeno da prendere in considerazione, perché appare improbabile che li davanti possa succedere qualcosa di clamoroso per la Roma con il trittico di testa ormai staccatissimo e un’Atalanta che di rallentare non ne vuole proprio sapere. Quindi avanti al grido «tutto sulla coppa», anche se quel tutto rischia di non essere abbastanza. Perché è chiaro che stasera servirà qualcosa di più di quanto visto nella gara d'andata all'Olimpico. Anche se, sia i giallorossi (con Spalletti), che Fonseca (ai tempi dello Shakhtar), hanno già eliminato il Gent. Ma occhio, perché erano altri tempi e adesso è tutta un'altra storia e un’altra squadra. E stasera davanti al suo pubblico, in uno stadio che si preannuncia tutto esaurito, vorrà dimostrarlo sul campo per prendersi le sue rivincite.