In un mese si è frantumato quanto di buono s'era visto prima di Natale. La Roma ha perso certezze, gioco, brillantezza fisica e sopratutto, punti. Ieri, ennesima unità di crisi a Trigoria: colloquio tra calciatori e dirigenti, poi tra Fonseca e il gruppo. Fienga ha ribadito al gruppo che non ci sono alibi e che basta una vittoria a Bergamo per invertire la rotta. La squadra è indebolita e pure Petrachi finisce in discussione: per il mercato, per i contratti firmati e non, per certe uscite, non solo pubbliche, poco gradite. E sopra c'è una nuova proprietà che sta ipotizzando di ripartire con alcune nuove figura apicali.
La confusione è totale, insomma, e Fonseca non sta riuscendo a gestire l'ennesima emergenza. Bravo a uscire dalla prima crisi, inerme davanti a questa, con pochi mezzi. Il tecnico sta andando avanti a testa bassa sui vecchi principi tattici, ma che ora non vanno più bene: per questo sta pensando di cambiare modulo e uomini per lo scontro diretto con l'Atalanta e non solo. Tutto questo e gli ultimi risultati, hanno reso Paulo vulnerabile, quindi in discussione. Siamo alle solite, la colpa rischia di essere attribuita solo dell'allenatore, non pensando che in questi nove anni Usa ne sono stati cambiati otto.
(Il Messaggero)