LA REPUBBLICA (F. VANNI) - San Siro per due stagioni indimenticabili ha esultato per le vittorie del portoghese José Mourinho. Ora gli interisti temono che a espugnare il Meazza possa essere il connazionale Paulo Fonseca, che a differenza del vate di Setubal ha impiegato mesi a imparare l’italiano, e in conferenza stampa usa toni prudenti: «L’Inter ha un grandissimo allenatore. Sarà difficile, ci serviranno coraggio e rigore difensivo», dice il tecnico della Roma, che a Milano si gioca la possibilità di scavalcare temporaneamente Cagliari e Lazio, impegnata domani in casa contro la Juventus.
«Fonseca è bravissimo, ha adattato il suo calcio al nostro campionato. Ha un organico importante, dovremo fare attenzione», restituisce il favore Antonio Conte, che contro la Roma ha l’opportunità di allungare sulla Juve, in attesa del risultato dell’Olimpico. Quello di calendario è solo l’ultimo incrocio per due squadre che, dalla scorsa estate, hanno intrecciato i propri percorsi in tutti i modi possibili. Sul mercato, con il mancato passaggio in nerazzurro di Dzeko (recuperato dall’influenza e oggi in campo) e Lorenzo Pellegrini e il braccio di ferro per Barella. Nella guida tecnica, con due allenatori marziani (Conte per il passato bianconero, Fonseca perché nuovo in Serie A) ma capaci di plasmare da subito squadra e ambiente. E per l’abilità nel trarre forza dai momenti difficili.
La Roma è arrivata a giocarsi un posto in Champions con un’infermeria affollata, fino alla soglia spaventosa di 9 titolari indisponibili nello stesso momento, tra ottobre e novembre. L’Inter il sorpasso sulla Juve lo ha agguantato con il centrocampo decimato: fuori Barella fino a gennaio, Sensi fino a chissà quando. Stop anche per Gagliardini, fermato da problemi a un piede. Antonio Conte, che ha chiarito di avere rifiutato in estate la panchina della Roma «perché il progetto non faceva per me», questa sera dovrà contare sul trio che ha steso Slavia Praga e Spal: Borja Valero in regia, affiancato da Brozovic e Vecino. Ma non esclude di provare come interno Asamoah, «che lo faceva già all’Udinese». Correva l’anno 2012. Sarebbe una soluzione d’emergenza, parola che Conte non vuole più pronunciare «altrimenti sembra che mi lamento sempre». E l’ad nerazzurro Marotta gioca a fare lo scaramantico: «Lo scudetto? Alla Juve anche quest’anno, ha una doppia squadra fortissima».
La Roma non avrà Kluivert, fermato per una decina di giorni dall’infortunio subito domenica. Assenza pesante per Fonseca, che a lui ha rinunciato una sola volta da inizio stagione. Torna invece Zaniolo dopo la squalifica: sarà la prima volta dall’inizio a San Siro contro la “sua” Inter: a studiarlo in tribuna emissari del Tottenham che già lo voleva in estate, ancora di più oggi che a guidarlo — guarda un po’ — è proprio José Mourinho. Discorsi eventualmente estivi, visto che a gennaio la Roma non ha in programma grosse novità. I nerazzurri invece cercheranno rinforzi. Oltre a De Paul dall’Udinese, per cui si è fatto garante Javier Zanetti, si punta a Vidal. Ma il Barcellona non è disposto a darlo in prestito per sei mesi, e l’Inter è prudente su formule più impegnative. Per l’estate, uno degli obiettivi è Kulusevski, atalantino in prestito al Parma. Intanto sono stati avvistati a Milano i procuratori di Lautaro, ma incontri per parlare di rinnovo non ne sono stati fissati. E resta da gestire il prestito di Icardi al Psg: non solo è smentita la voce di un riscatto anticipato da parte del club francese, ma Wanda Nara, moglie e procuratrice, confida la tentazione di tornare a Milano a fine campionato. Solo l’ennesima provocazione, probabilmente. Ma la telenovela continua.