IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - La Roma cresce, soprattuto nella personalità. Crescono i suoi giocatori, vedi Mancini («prima attaccavamo solo e difendevamo male, ora no», Gianluca dixit) e Smalling (presente in tribuna il ct della Nazionale inglese e Solskjær, tecnico dello United ha detto che lo rivuole a Manchester), così come i vecchi, da Kolarov a Pellegrini fino a Zaniolo. Pian piano la Roma vive di gioco e non di giocate. E’ sempre più squadra, forse Fonseca stesso non pensava di arrivarci così presto, specie davanti a mille difficoltà legate soprattutto agli infortuni.
La Roma vista contro l’Inter ha dimostrato solidità difensiva, nelle ultime tre di campionato ha preso solo un gol e non ne ha incassati soprattutto contro la squadra di Conte, sempre a segno in tutte le gare ufficiali precedentemente disputate. «Peccato stavolta non essere stati bravi davanti alla porta. Abbiamo sempre cercato di giocare con una buona circolazione, poi abbiamo sbagliato le ultime scelte e questo ha fatto la differenza. Non volevamo solo difenderci. È vero, le occasioni dell’Inter sono nate da errori nostri nella fase di costruzione ma abbiamo sempre provato ad attaccare con coraggio e senza paura, come voglio io, a giocare e a volte abbiamo sbagliato».
Fonseca se ne torna a casa con il solito carretto di infortunati. Santon ha un fastidio al flessore sinistro, sarà verificato nelle prossime ore, Pau Lopez rimasto fuori per un vecchio problema muscolare. In Europa dovrebbe tornare Dzeko, Pastore ancora out.