Vuole dire la sua e ne ha pieno diritto, Claudio Lotito, soprattutto ora che la squadra che dirige è in piena lotta per lo scudetto ed è la seconda che ha vinto di più dopo la Juventus negli ultimi 15 anni. Conti in ordine e tifoseria ripulita dalle mele marce. Soprannominato anche 'Lotutto', per quel modo di fare che lo ha portato ad acquistare anche la Salernitana insieme al cognato Marco Mezzaroma.
Ma non solo: la lotta a muso duro contro le frange più estreme di tifosi, 15 anni di scorta armata e la visita ad Auschwitz con la squadra. Un 'avanzo di parrocchia', insomma. Da ragazzo giocava in porta, nonostante l'altezza, poi è passato dalla Virtus Amatrice all'amatriciana.
E una capacità innata di superare le vicende giudiziarie più disparate: assoluzioni, archiviazioni, prescrizioni ed intercettazioni con l'amico Luca Palamara. Poi si mette addirittura in testa di salvare Alitalia. Perché lui? Che c'entra? Lui è 'Lotutto', e c'entra sempre. Ospitare un ministro tra i seggiolini della tribuna vip non è un grosso potere, ma per il presidente della Lazio è gratificazione sociale.
Si vocifera anche di una sua nascosta fede giallorossa: lui ha sempre smentito, e l'equivoco sembra essersi creato solo perché Lotito chiedeva biglietti di tribuna per le partite della Roma per poi distribuirli a chissà chi. Del resto è proprio una sua abilità quella di saper confondere la sostanza con l'apparenza.
(Panorama)