IL MESSAGGERO (A. ANGELONI) - Ci siamo, ecco la sosta. Stavolta arriva nel momento migliore e non conta l'amara sconfitta in Europa League. Quello è uno strascico che la squadra di Fonseca non vuole portarsi addosso in questa trasferta di Parma. Perché in Germania contro il Moenchengladbach la Roma ha dimostrato di essere in salute: non arrivano a caso tre vittorie consecutive in campionato con Milan, Udinese e Napoli. Tre e una più convincente dell'altra. C'è un problema, però.
FATICA - La Roma, questi successi e il terzo posto in classifica, li ha guadagnati andando oltre le proprie possibilità fisiche. Troppi infortuni e in campo quasi sempre gli stessi, tanto per citare un'espressione molto cara ad Antonio Conte. Fonseca non è il tipo che si lamenta, ma sa benissimo che qualche suo calciatore oggi ha il fiato corto e sa pure che altri stanno per tornare. Ecco perché a Parma, c'è bisogno dell'ultimo sforzo prima della sosta, che si porterà via qualche giocatore ma altri invece resteranno a Trigoria a lavorare, pronti all'uso il 24 contro il Brescia all'Olimpico. E parliamo di gente importante, vedi Mkhitaryan e Pellegrini su tutti: uno, alternativo agli esterni, l'altro proprietario del ruolo di trequartista, ben interpretato in questo periodo da un ottimo Pastore. Quindi ci sarà da benedire l'abbondanza, ma aspettiamo a dirlo.
Abbondanza non oggi, perché la squadra è ancora in semi emergenza e qualcuno dovrà andare incontro allo sforzo supplementare, visto che Fonseca non ha grosse intenzioni di stravolgere ciò che va. «Non penso di cambiare molto», dice infatti il portoghese, direttamente dall'Emilia, dove la Roma è in ritiro da venerdì. Forse c'è solo l'innesto di Spinazzola (al posto di Santon), che ha saltato la trasferta di coppa, ma che secondo il tecnico «è pronto». E qui di nuovo torna in ballo il caso Florenzi, che rischia - e non è detto - la sua sesta consecutiva in panchina. «Si allena bene, è disponibile, è un'opzione». Un opzione, non un titolare, a quanto sembra. Mancini giocherà in mezzo, «Diawara - amemtte Paulo - non ha i novanta minuti nelle gambe». Veretout, Smalling, Dzeko, sono quelli a cui chiedere il supplemento fiato. Sforzo supplementare specie per Kolarov, che non esce mai e non ha tempo di far rifiatare i suoi 34 anni, che proprio oggi compirà. «Molti giocatori hanno giocato tante partite di fila ma possono farlo ancora. La difesa? Non abbiamo molto tempo per lavorare, ma penso che la squadra stia bene in tutte le situazioni difensive. Poi è chiaro che possiamo imparare tanto dagli errori ma direi che ci difendiamo bene». Ed è vero. La Roma nell'ultimo periodo prende pochi gol e fino a ora ha perso solo due volte, con l'Atalanta e con il Moenchengladbach per questioni arbitrali anche «ma non cerchiamo scuse, la squadra è in fiducia», sostiene Fonseca. E' vero che l'attacco, con Dzeko sempre meno bomber e sempre più uomo squadra e rifinitore, dovrebbe fare di più, specie negli esterni, vedi Kluivert. La Roma segna molto su palla inattiva, 8 gol su 20 fino a questo momento. Ai tiratori scelti, Veretout e Kolarov su tutti, Fonseca non rinuncia. E non solo a loro.