GASPORT - Pronto al rientro in campo e a riprendersi un posto da titolare nella Roma di Fonseca. Lorenzo Pellegrini ha rilasciato un'intervista al quotidiano sportivo. Questo un estratto:
Le sue condizioni?
«La visita di controllo di ieri è andata bene, è la conferma che aspettavo. Sono pronto, ho lavorato tanto per star bene il prima possibile, riuscendo anche ad accorciare i tempi. Restare fuori è stata dura. Molto».
Che Roma ha ritrovato?
«Una grande squadra. Ciò che hanno fatto i ragazzi è indescrivibile: giocare così tante partite ravvicinate, sempre gli stessi... Non è facile, ho ritrovato una squadra con qualche consapevolezza in più».
Una Roma da Champions?
«Impossibile dirlo ora e forse sarà difficile dirlo anche alla penultima giornata. Di certo noi vogliamo andarci e faremo di tutto per riuscirci. È il nostro obiettivo primario».
Totti ha detto che le ha fatto tante promesse. Può svelarcene almeno una?
«Preferirei di no, per me sono dei segreti. Erano delle ambizioni che lui aveva nei miei confronti e che io ho. Ma restano tra di noi. Per il nostro rapporto e per ciò vale per me e Francesco».
In Nazionale si è rivisto Florenzi, ai margini nella Roma.
«Ale vive questo momento da campione, non si è mai lamentato e ha sempre messo la squadra prima di tutto. Sta lavorando per convincere il mister, ma merita un applauso. Ci sta insegnando tante cose».
Il suo amico Mancini lo riporterebbe in difesa?
«Quando lo vidi all’Europeo Under 21 pensai che in pochi anni sarebbe diventato uno dei difensori più forti in Italia. La cosa che mi stupisce è che non smette mai di imparare. Non ha limiti, può arrivare ovunque».
A quando il suo rinnovo?
«Non ne abbiamo ancora mai parlato, ma sono molto sereno. Conta stare bene, quando sarà il momento ci siederemo insieme. Togliere la clausola? Parleremo anche di quello...»
La Roma potrebbe diventare di Friedkin, ha visto?
«Abbiamo letto, ma queste sono cose che non entrano nello spogliatoio, soprattutto alla vigilia di una gara. Può sembrare una stupidaggine, ma noi restiamo sempre molto esterni. Il giocatore deve fare il giocatore, al resto c’è chi ci pensa».