IL TEMPO (F. BIAFORA) - Un periodo di convivenza e poi il passaggio di consegne. L’approccio diretto al mondo Roma effettuato da Dan Friedkin la scorsa settimana, con il blitz nella Capitale e l’avvio della due diligence sui conti delle società di James Pallotta, è solo il primo passo del possibile ingresso del texano nel club giallorosso. Il magnate di Houston ha espresso una manifestazione verbale d’interesse presentandosi in prima persona a Roma e si attendono entro pochi giorni i passaggi formali, con la presentazione di una manifestazione scritta delle proprie intenzioni. L’idea di Friedkin, che vorrebbe compiere il primo passo ufficiale già entro Natale, è quella di effettuare un ingresso graduale nella galassia giallorossa, anche se non si può escludere che lo scenario attuale cambi. Le intenzioni del presidente e Ceo del The Friedkin Group, pronto ad investire 150 milioni di euro come step iniziale, coincidono con quelle del gruppo guidato da Pallotta, che senza l’ok definitivo allo stadio che sorgerà a Tor di Valle non vorrebbe lasciare ad altri il controllo della Roma.
Le due parti sono pronte ad effettuare l’operazione direttamente negli Stati Uniti: AS Roma Spv Llc, la capogruppo (Pallotta, Ruane, D’Amore, Edgerley e il gruppo Starwood sono i principali soci attuali) che controlla la Roma e tutte le società legate al futuro stadio, ha la propria sede in Delaware e, senza un cambio dell’azionista di maggioranza della Roma e quindi sul mercato italiano, basterebbe soltanto comunicare l’ingresso di Friedkin nel consorzio Usa. Le modalità ricalcherebbero quelle con cui nel 2014 Starwood Capital Group, attraverso l’ASR SOF-IX Investment Llc, è divenuta azionista proprio di AS Roma Spv Llc. Friedkin, nello step iniziale della contrattazione con Pallotta, vuole poi inserire un’opzione per diventare in un secondo momento il padrone della fetta più grande.
L’elemento principale a cui si lega tale variabile è probabilmente l’approvazione da parte del Campidoglio della convenzione urbanistica e della variante sul nuovo stadio, ultimo passaggio decisivo che va ancora compiuto affinché sorga la futura casa della Roma. La volontà del 504° uomo più ricco del mondo è di mettere il primo piede nel club investendo 150 milioni, che potrebbero essere anche versati come finanziamento e poi utilizzati dalle società controllanti per sottoscrivere l’aumento di capitale della Roma stessa, già deliberato proprio per un massimo di 150 milioni e da effettuare entro il 2020.
Nel frattempo Neep, la controllante diretta del club, ha già convertito 29,1 milioni di un precedente finanziamento soci come prima tranche per l’aumento di capitale. Friedkin, assistito dagli advisor JP Morgan e Chiomenti, al momento non ha strappato alcun accordo di trattativa esclusiva a Pallotta, che si è affidato a Goldman Sachs e Tonucci. Le due parti hanno però raggiunto un gentlemen's agreement: Friedkin sarà informato se altri investitori - sono numerose le manifestazioni d’interesse verbali arrivate anche dalla Russia, dalla Cina e dagli Emirati Arabi - dovessero muoversi ufficialmente. Ma per ora l’unico ad essere passato dalle parole ai fatti è il texano.