IL TEMPO (A. AUSTINI) - Dalla gioia alla paura. Dal sesto e il settimo assist in dieci partite al sangue sulla maglietta. «Ma adesso sto bene». È stata una serata praticamente perfetta per Lorenzo Pellegrini fino a quando qualcuno dalla tribuna dello stadio Fatih Terim ha deciso di lanciargli un accendino, colpendolo in testa.
Il romanista stava battendo una rimessa laterale e all'improvviso ha sentito l'oggetto piombargli poco sopra la fronte: mani sul capo, un misto di dolore e rabbia, ma nessuna scenata. La ferita gli ha fatto perdere un po' di sangue, il gioco è stato interrotto per quasi cinque minuti e mentre il centrocampista veniva medicato dai medici giallorossi davanti alla panchina l’arbitro ha chiesto al delegato Uefa di far leggere dallo speaker un annuncio di avvertimento ai tifosi, poi tradotto erroneamente anche in italiano.
No, stavolta non era razzismo ma un gesto di follia pura che poteva avere conseguenze peggiori. «Non ho capito cosa mi abbiano lanciato - racconta Pellegrini lasciando lo stadio - ho solo sentito il colpo e ho pensato a farmi curare. Sto bene e non c'è stato bisogno di mettere i punti». L'episodio, documentato nel referto, sarà ora oggetto della disciplinare dell'Uefa e il Basaksehir rischia di vedersi squalificare lo stadio.
Qualche problema nel pre partita per i tifosi romanisti: alcuni sono stati fermati fuori dallo stadio per dei controlli più accurati e per la prima mezzora non si sono sentiti cori dal settore ospiti. Striscioni vietati dalla polizia turca. A ieri sera non risultavano fermi né arresti.