IL MESSAGGERO (U. TRANI) - «Decisiva è solo per il Gladbach». Il sorriso di Paulo Fonseca è dedicato a Marco Rose. Pressione sul collega che è in testa nella Bundesliga e stasera ha pure il vantaggio dei 47 mila spettatori del Borussia Park. «Poi anche per noi la tappa è importante. Al passato, cioè all’andata, non dobbiamo però più pensare. Guardiamo avanti. Bisogna lottare per vincere qui e basta. Perché la Roma, in campionato o in Europa League, deve presentarsi in campo con la stessa mentalità. Puntando, dunque, al successo». Sarebbe il 4° di fila.
PRIORITA’ ALLA CHAMPIONS Il messaggio che il portoghese invia dalla Renania Settentrionale è inequivocabile. La Roma terza deve difendere la posizione sul podio appena riconquista dopo l’attesa lunghissima, quasi un anno e mezzo. Qualche titolare sarà risparmiato per la partita di domenica pomeriggio al Tardini contro il Parma. Almeno 3 novità dopo la vittoria contro il Napoli. E 2 sono in difesa: Fazio per Cetin e Santon per Spinazzola. L’altra è in attacco, dietro a Dzeko (senza maschera): Perotti per Pastore, anche se il ballottaggio coinvolge pure Under e Florenzi. Fonseca non si sbilancia sul ruolo del capitano, lasciato da 4 gare in panchina: «E’ pronto e può giocare in diverse posizioni». Sintetico e blindato. Al risparmio pure sul turnover. «Cambiare, quando abbiamo tante gare, mi è utile. Ora non è possibile». Con Zaniolo che si accentra, Kluivert a destra è diffidato, (come Veretout).
PROPOSTA IN PUBBLICO Spinazzola è rimasto a casa. E’ il 16° contrattempo stagionale. Che riapre il dibattito sulla full immersion dei grandi club. Fonseca si sbilancia: «Si, mi taglierei lo stipendio pur di giocare meno partite. Perché no?». Il portoghese interrompe addirittura la conferenza stampa per entrare nei particolari. «Sono disposto a perdere denaro pur di vedere uno spettacolo migliore. Tutti si vogliono sedere davanti alla tv per divertirsi. Anch’io. Questo, però, non succede in Italia e nemmeno all’estero. Perché, con troppe partite, i club non possono schierare sempre i giocatori migliori. Una volta ci sono le coppe, un’altra il campionato o comunque la nazionale. Dal punto di vista fisico è impossibile avere i calciatori al cento per cento in ogni match e per tutta la stagione. E a perdere è appunto lo spettacolo»