IL MESSAGGERO (S. CARINA) - «A Trigoria si un’aria diversa». Tanto differente da tramutare queste parole in un boomerang. Era il 18 settembre, vigilia del match contro il Basaksehir in Europa League e Florenzi, vicino a Fonseca, raccontava come l’approdo del portoghese «avesse cambiato molto» le logiche all’interno del gruppo, «ora tutti sono importanti». Che poi, a pensarci bene, è quanto ribadito giovedì da Petrachi: «Cosa significa l’ennesima esclusione di Florenzi? Che se la gioca con tutti. Da un giorno all’altro certi tipi di equilibri all’interno dello spogliatoio possono cambiare e questo viene modificato dal rendimento settimanale». Non bisogna fare l’esegesi delle parole del ds per intendere che Alessandro, almeno per chi deve fare delle valutazioni e prendere delle decisioni, non sta rendendo come gli altri. Né nel ruolo di terzino, sopravanzato da Spinazzola (acquistato per giocare a sinistra), Santon e addirittura Cetin (un centrale difensivo), tantomeno per quello di esterno alto (Kluivert e Perotti, aspettando il rientro di Mkhitaryan, per ora sono davanti). Cinque panchine di fila non possono essere per caso. Ma lo possono diventare, un caso. Al netto delle reiterate rassicurazioni di Fonseca e di Petrachi («Tornerà a fare quello che ha sempre fatto»), qualcosa s’è incrinato. Non in Nazionale: le ultime convocazioni del ct Mancini lo hanno visto presente. Particolare però da non sottovalutare: a giugno ci sono gli Europei e non giocare pregiudica le possibilità di esserci. Anche perché, oltre al paradosso di venir convocato in azzurro e non giocare nella Roma, ce n’è un altro. Mancini, anche nella lista diramata ieri, ha inserito Florenzi nella categoria dei difensori. Fonseca, invece, sembra avere idee diverse. Non da oggi. Già i segnali estivi (quando nelle prime amichevoli veniva impiegato alto) ai quali si sono poi sommate alcune scelte in campionato (al derby, prima del ko di Zappacosta nel riscaldamento, inizialmente con l’Atalanta o contro la Sampdoria) lasciano intendere come il portoghese preferisca impiegarlo come esterno in attacco con compiti difensivi.
GENNAIO DI RIFLESSIONE - La domanda è d’obbligo: se a Parma, nella logica del turnover, potrebbe anche ritrovare una maglia da titolare, cosa accadrà quando dopo la sosta in avanti ci sarà nuovamente l’overbooking? Sono riflessioni che sta facendo anche Alessandro insieme a chi lo segue. Nonostante le smentite arrivate in seguito, a fine giugno Florenzi era convinto di partire. S’era fatto vivo Conte, poi il Siviglia e anche il Tottenham. Alla fine non se n’era fatto nulla soprattutto perché Alessandro (che un anno fa ha rinnovato sino al 2023) voleva restare in Italia e Conte gli ha preferito Lazaro. Potrebbe accadere la stessa cosa a gennaio. L’Inter infatti ha già bloccato Darmian. Rimarrebbe, eventualmente, l’ipotesi estera. A patto che non cambi qualcosa nei prossimi due mesi.