Altri 15 daspo agli ultrà laziali. Nel mirino pure i saluti romani

10/11/2019 alle 17:01.
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IL TEMPO - Sono 15 i daspo notificati negli ultimi giorni dagli agenti della Polizia di Stato della divisione anticrimine, diretta da Angela Altamura. I due aggravamenti del provvedimento del daspo risalgono al 21 ottobre scorso, notificati nei confronti di tifosi laziali per violazione del divieto di accesso alle manifestazioni sportive.

In particolare i due, nonostante il provvedimento inibitorio, si sono recati l'8 giugno scorso ad Atene per assistere all'incontro di calcio Grecia/Italia valevole per le qualificazioni ai Campionati Europei 2020. Identificati nei pressi degli ingressi riservati ai sostenitori italiani sono poi stati individuati all'interno dello stadio nel settore ospiti. Il primo è risultato già destinatario di daspo emesso dal Questore di Roma nell'ottobre del 2017, aggravato ben 3 volte per la durata totale di 8 anni con obbligo di firma in occasione degli incontri ufficiali della Lazio. Con il provvedimento attuale è stato disposto un ulteriore aggravamento con obbligo di firma in occasione degli incontri ufficiali della Nazionale Italiana. Per l'altro tifoso invece, destinatario di daspo emesso dal Questore per la durata di 2 anni, notificato nel marzo del 2019, è stata aggravata la misura con l'aumento di 3 anni del divieto e con gli obblighi di firma sino al marzo del 2024, sia per gli incontri della Lazio che della Nazionale Italiana.

Sono 14 invece i provvedimenti di daspo emessi il 31 ottobre scorso, nei confronti di altrettanti ultrà laziali denunciati dal commissariato Prati, per il reato di cui all'art. 2 del D.L. 122/1993 (saluto romano), in occasione dell'incontro Lazio/Rennes del 3 ottobre 2019. In particolare, durante l'incontro, furono intonati cori «Ragazzi di Buda» inno anticomunista e, un gruppo ultras biancoceleste rimaneva tutto il tempo con il braccio destro teso ed alzato. Nella circostanza, 2 dei provvedimenti sono stati erogati per 5 anni.

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