IL MESSAGGERO (S. CARINA) - Oggi alle ore 13 in via Campania, sede della Corte Federale d’Appello, l’avvocato Antonio Conte non sarà solo. Con lui, anche Paulo Fonseca. La Roma ricorre contro le due giornate di squalifica comminate al tecnico nel burrascoso post Roma-Cagliari.
È stato proprio il portoghese a chiedere al club di presenziare per ribadire davanti all’organo giudicante di non aver mai mancato di rispetto all’arbitro Massa con insulti o altro. Ha chiaramente protestato, senza proferire nulla di offensivo. E soprattutto limitandosi alle parole: non c’è stato nessun contatto o atteggiamento di natura violenta da parte sua. La Roma proverà a sfruttare la scia del Lodo Mazzarri ma in una fattispecie differente visto che i casi sono diversi. Il Torino è riuscito a far togliere la squalifica al suo allenatore (espulso al 48’ della ripresa a Parma) evidenziando una questione di diritto (sottolineata anche in fase di appello), visto che l’attuale codice di giustizia sportiva parla di automatica applicazione di squalifica solo per «i calciatori espulsi dal campo» e quindi non applicabile per gli allenatori (da sabato entra in vigore il Disciplinary Code della Fifa).
Per Fonseca è differente. Nel suo caso, la partita era conclusa e il tecnico è entrato in campo per protestare con Massa, circondato dagli ufficiali di gara che hanno redatto un referto. Ci sono dunque quattro documenti ufficiali, non uno. La Roma punta a dimostrare che le affermazioni che vengono contestate all’ex Shakhtar non sono confermate dai filmati che il club produrrà come materiale probatorio. Tradotto: pur considerando interessante la tematica di diritto nata dallo scontro Figc-Torino, la linea difensiva verterà a dimostrare che il referto di Massa (oltremodo lungo, circa una trentina di righe) è stato eccessivamente severo. Curiosità: il club ha deciso che Nuno Romano (scampato alla squalifica perché non tesserato) non andrà più in panchina.