LEGGO (F. BALZANI) - E' tutto Vero, anzi è Veretout. Perché se dietro alla vittoria da pazzi col Bologna c'è la faccia sorridente di Dzeko e la manona di Pau Lopez, non si può dimenticare quella cavalcata al 93' da Rivoluzione Francese di Air Jordan della Loira che ha portato poi alla capocciata vincente del bosniaco. Veretout è il regista che mancava alla Roma e che dal suo ingresso in campo ha portato solo vittorie cancellando un finale di stagione con la Fiorentina tutto da dimenticare. La Roma e Veretout d'altronde si sono cercati e voluti anche quando il destino del francese sembrava aver preso prima la strada di Milano, sponda rossonero.
Oggi Jordan, voluto fortemente da Fonseca, è il motore di una Roma che si muove compatta. Nelle due partite con Sassuolo e Bologna ha recuperato la bellezza di 15 palloni con 6 contrasti vinti. Più di qualsiasi altro compagno. Solo frangiflutti? Assolutamente no. Perché Veretout imposta alla grande: 8 dribbling riusciti su 10, dieci lanci lunghi azzeccati su 12. Senza dimenticare la media 11 km percorsi a partita che lo portano tra i primi tre della rosa. Numeri da gran giocatore. Quello che Jordan è stato solo a tratti in una carriera che ha vissuto l'exploit nel suo primo anno alla Fiorentina. Troppo poco per conquistare la maglia della nazionale. Un obiettivo concreto in vista degli Europei magari proprio prendendo il posto di quello Nzonzi che nessuno rimpiange.
L'asse con Pellegrini e Dzeko passa per Casal Palocco, il quartiere dove vivono (e si incontrano) i tre in ville con piscina, animali, scivoli e altalene per i figli. Veretout ne ha due, donati dalla moglie Sabrina Merlos salita alle cronaca per le brutte parole (poi rimangiate) su Napoli di qualche mese fa: "In azzurro Jordan guadagnerebbe il triplo ma penso che sia meglio guadagnare meno che essere uccisi". Frase infelice mentre felice è il momento del marito che ieri a Roma Tv ha sorriso: "Mi sento molto bene. Abbiamo fatto un gran gol, di gruppo. Giochiamo bene e possiamo fare molto di più soprattutto negli ultimi 30 metri. Mi piace dare il 100% per la squadra ed esaltare gli altri giocatori. Mi piace andare avanti, ma anche prendere la palla e far giocare gli altri. Amo anche difendere e fermare un avversario". Insomma mi piace fare tutto. Sulla scelta di venire alla Roma: "Importante la telefonata di Fonseca, ma onestamente sarei venuto pure senza di lui. Questa è una grande squadra. Ora però basta esultare, dobbiamo battere l'Atalanta".