LEGGO (F. BALZANI) - No all'euforia, sì all'elasticità mentale. Il manifesto di Paulo Fonseca l'italiano non fa una piega e, a poche ore dalla sfida da Champions di stasera con l'Atalanta di Gasperini, riporta la Roma coi piedi per terra dopo le tre vittorie di fila in 10 giorni. Il portoghese vuole sfatare il tabù bergamasco visto che i giallorossi non sconfiggono i nerazzurri all'Olimpico da 5 stagioni. «È una partita molto difficile, contro un avversario molto forte, che lotta, aggredisce e che davanti ha giocatori importanti. Sarà una partita fatta di duelli fisici. Non credo che Gasperini mi chiederà cosa si è perso a Roma, ma è un ottimo allenatore e non sarà una sfida tra noi due. Entusiasmo? So perfettamente che quando si va bene si generano aspettative ed euforia. Mi piace la positività, ma sono totalmente contro ad un clima di euforia che va bene solo alla fine del campionato o quando vinci una finale di coppa. Dobbiamo restare con i piedi ben saldi per terra».
Un messaggio chiaro, a tutti. Fonseca poi ammette: «Mi sono italianizzato, è vero, si può dire questo. Questo è un calcio che ti obbliga ad essere elastici e malleabili e chi non lo capisce e decide di affrontarlo sempre nello stesso modo sbaglia. Detto questo i miei principi generali restano gli stessi: squadra propositiva, possesso palla, giocare nella metà campo avversaria». I progressi di adattamento al calcio italiano si sono visti già contro il Bologna. A 4 giorni dalla vittoria del Dall'Ara cambieranno almeno tre titolari: Smalling esordirà in difesa al posto dello squalificato Mancini, Zaniolo prenderà quello di Kluivert mentre a destra Spinazzola è favorito su Florenzi. «Vorrei far riposare Dzeko e Kolarov - ammette Fonseca -. Ma in questo momento non posso. Sono giocatori fondamentali per la nostra squadra». Esattamente come Cristante: «È molto intelligente, capisce cosa si deve fare in quel ruolo. E poi ha coraggio per giocare lì, dove corri spesso rischi e sei sempre sotto pressione. La nostra forza resta il gruppo. L'unione viene naturale, non servivo io per ottenerla».
Infine sul tema razzismo non usa giri di parole: «E' un fenomeno non solo da combattere, ma da estirpare dal calcio. Sono favorevole a regole dure per eliminarlo per sempre».