LEGGO (F. BALZANI) - Ci sta di rifiutare una grande occasione, ci sta di rimpiangerla e ci sta pure che il rifiutato si goda il momento della dolce vendetta. Che può consumarsi domani sera quando all'Olimpico si presenterà quel Gian Piero Gasperini dell'Atalanta dei miracoli che tanta paura più non fa. Il tecnico piemontese, bravissimo in provincia ma uscito con le ossa rotte dall'esperienza con l'Inter di qualche anno fa, in estate era stato messo nel mirino da Petrachi dopo il no di Conte. Un rifiuto comprensibile perché Antonio ha accettato l'Inter dei milioni cinesi e di Lukaku, di Marotta e di uno scudetto che può strappare all'ex amata Juve.
Più enigmatico il gran rifiuto del Gasp che ottenuto il massimo a Bergamo poteva finalmente cimentarsi con una grande piazza e in un momento storico favorevole al suo progetto di duro lavoro e lancio dei giovani. E invece no. Gian Piero non se l'è sentita e dopo qualche giorno di riflessione ha messo alla porta la dirigenza giallorossa e rinnovato il contratto con l'Atalanta. E la Roma oggi ringrazia. Perché al suo posto è arrivato Paulo Fonseca che parlerà romano prima di quanto lo avrebbe parlato Gasperini e che ha già conquistato il cuore di tifosi e giocatori: dai vecchi Dzeko e Kolarov ai nuovi Veretout e Mkhitaryan. Il portoghese ha rinunciato alla Champions con lo Shakthar per mettersi alla prova in una realtà che trasudava veleno dopo l'addio di De Rossi e Totti, un campionato mediocre e le cessioni di Manolas ed El Shaarawy. Paulo il Caldo non ha avuto paura, ha detto subito sì. E oggi guarda l'Atalanta dall'alto, di poco ma pur sempre dall'alto. Il Gasp si è accontentato e probabilmente (visto l'esordio choc con la Dinamo Zagabria) a dicembre già saluterà la Champions. Scommettiamo chi giocherà la prossima tra i due? A Roma (ma pure a Bergamo) d'altronde si dice: chi non risica non rosica.