Un finale «furbo» di calciomercato in positivo e l’emergenza infortuni in negativo. Il direttore sportivo della Roma, Gianluca Petrachi,ruba la scena alla presentazione di Henrikh Mkhitaryan anche perché l’armeno è stato sovraesposto in questi ultimi giorni - complici le due partite con l’Armenia contro Italia e Bosnia - mentre il dirigente non aveva ancora parlato dopo lo stop alle trattative che si sono chiuse con il doppio botto di Mkhitaryan e di Smalling. «Un mese fa - spiega Petrachi - era impensabile prendere Miki in prestito. Andava comprato e a caro prezzo. Poi la situazione è cambiata, anche per lo stop anticipato del mercato inglese, e il ragazzo ha fatto la sua parte, rinunciando a un po’ di soldi. Con lui e Smalling abbiamo fatto delle operazioni furbe. Il tempo dirà se anche giuste» (...) Nel futuro immediato bisognerà mettere mano al monte ingaggi («Se dai tanti soldi a un giocatore quello deve essere in grado di portare la croce») ma soprattutto arginare gli infortuni, che sono sempre tantissimi. L’ultimo costerà a Cengiz Under uno stop di 5 settimane: «Lo scorso anno, nel Torino, ho avuto pochissimi infortuni muscolari. Quando arrivi in un’altra squadra devi capire le metodologie e in un top club trovi spesso giocatori che hanno il personal trainer. Una specificità che devo valutare. La storia di Spinazzola e di Pastore si conosceva, quello che mi ha stupito è Zappacosta, perché si è fatto male in riscaldamento. Il k.o. di Under ci può stare perché è un “fibra bianca”, un giocatore esplosivo. Mi ha spiegato che si infortunato cercando un colpo di tacco, a volte c’entra anche la casualità. Stiamo rifacendo i campi di Trigoria perché i ragazzi si sono lamentati della durezza del terreno ed è un alibi che voglio togliere» (...) , Petrachi lascia il finale per i tifosi: «Ho cercato di fare una piccola rivoluzione perché era necessaria. Chiedo un po’ di pazienza, anche se nel calcio il tempo non lo dà nessuno. Sono orgoglioso di aver mantenuto la promessa data ai tifosi quando ho detto che la Roma non sarebbe stata la succursale di nessuna squadra». (...)
(corsera)