IL MESSAGGERO (P. LIGUORI) Noi che abbiamo la Roma nel cuore abbiamo sofferto da bestie in questi mesi. Quando uno ha creduto per anni che Francesco Totti era la nostra bandiera e che Daniele De Rossi era uno di noi, immaginate come si sente a vedere la bandiera messa sotto i piedi e “uno di noi” trattato come ospite scomodo. Sentimentalismo? Anche scegliendo il realismo, il risultato è deprimente: anche veder partire tutti i giocatori più bravi, inclusi alcuni talenti giovani fa male. In breve, scrivo bagnando il computer di lacrime e aspetto sempre di incontrare un romanista qualsiasi che mi dica: sbagli, è Pallotta la nostra bandiera e Baldini è uno di noi. Intanto resto di cuore giallorosso e cerco un motivo per vibrare ancora. Buona parte della squadra era già nel cuore e l’allenatore nuovo sembra di buon senso ( piu di Eusebio? Boh!), ma il vero leader giallorosso l’abbiamo trovato quasi per caso, contro tutti e tutto: si chiama Edin Dzeko, è nato lontano ma per me è romano e romanista più di tutti. Per carattere, generosità, qualità e classe. E dunque, da stasera contro il Genoa, Edin sarà per me l’erede di Francesco e Daniele. Naturalmente assieme a Florenzi e Pellegrini. Per Zaniolo, aspettiamo ancora un po’.