E’ l’uomo che, insieme a Spalletti, aveva messo realmente la firma sul 4-2-3-1 che, più di dieci anni fa, aveva incantato mezza Europa. Ma, per i romanisti, Aurelio Andreazzoli è l’uomo a cui è legata una delle sconfitte più dolorose della storia giallorossa. C’era lui in panchina il 26 maggio del 2013, quando la Roma perse la finale di Coppa Italia contro la Lazio. E a lui i tifosi imputano gran parte delle scelte di quella sfida.
La sua avventura alla Roma iniziò il 21 giugno del 2005, quando Spalletti firma per la Roma e lo porta con sé. La famiglia resta a Massa, Aurelio decide invece di vivere nel centro sportivo. Vive a 360 gradi il mondo romanista, passando notti intere a studiare schemi e avversari. Spalletti gli riconosce l’importanza di alcune intuizioni tattiche e conquista anche i dirigenti. Tanto che nel 2011, quando va via Ranieri e la panchina viene affidata a Montella, lui ritorna. Luis Enrique e Zeman lo tengono, con l’esonero del boemo Sabatini gli affida la prima squadra.
Altra parentesi in giallorosso con Spalletti, ma Andreazzoli ha voglia di mettersi alla prova, va ad Empoli e poi adesso la grande occasione con il Genoa. Ironia della sorte, riprenderà proprio dalla squadra che, per tanti anni, è stata la sua vita.
(gasport)