Quello che sperava alla vigilia, ieri Fonseca l’ha poi ritrovato in campo. Perché la sua Roma ha giocato esattamente come voleva e cioè con coraggio, mantenendo viva quell’identità che l’allenatore portoghese sta provando a trasmettere al suo gruppo dall’inizio della sua avventura romanista. Rispetto alla partita di Perugia con l’Athletic Bilbao, i passi avanti sono stati enormi. «È stata una bella serata ed anche una bella partita - dice alla fine il tecnico giallorosso - Nel primo tempo abbiamo giocato ad un buon ritmo, ma siamo riusciti a capitalizzare poco. Il risultato non è importante, quello a cui tenevo era la tenuta da parte dei miei giocatori, la fase d’impostazione e le idee. Però è vero, la cosa che mi è piaciuta di più è il coraggio che la squadra ha messo in campo, quello di essere se stessi anche davanti ad una squadra come il Real». (...) Il discorso non può che finire su Edin Dzeko, anche ieri autore di una grande prova. La gente lo ha applaudito e quegli applausi hanno cancellato i pochi fischi. «Ma Dzeko è così dall’inizio, si è sempre allenato bene, con grande dedizione e grande impegno. Ha fatto l’ennesima prestazione importante, è un giocatore di grandissimo valore e finché non succederà qualcosa di diverso, lo considererò un giocatore della Roma». Chiusura con la ricerca del difensore centrale: «Deve essere un giocatore esperto e non lento. Noi giochiamo con la squadra corta per tenere il pallone lontano dalla nostra area, quindi deve anche saper controllare la ricerca della profondità da parte degli avversari».
(gasport)