LEGGO (F. BALZANI) - Faccia dura e messaggi chiari, incontrovertibili. Gianluca Petrachi, nuovo ds della Roma, cancella i sofismi di Sabatini e gli slogan di Monchi con una conferenza stampa aspra, battagliera.
SOGNO HIGUAIN - «Chi lo discute è pazzo. Potrebbe far comodo qualora Dzeko andasse via, ma le motivazioni contano moltissimo. Se si aprisse qualcosa con la Juve, deve essere lui a crederci. Per ritrovarlo il vero Higuain non ci sarebbe niente di meglio della Roma, potrebbe seguire le orme di Batistuta». Un invito ufficiale per il Pipita che ieri si è mostrato più morbido a trattare.
DZEKO AND CO - «Dzeko? Non è che uno si sveglia al mattino decide di andar via, si mette d'accordo con un'altra squadra e ci ricatta. Porti il grano se vuole andare. Non ci facciamo strozzare da nessuno. Manolas pure voleva andare via». Lo stesso vale per El Shaarawy: «Ho sentito il fratello. Vogliamo rinnovarlo, ma non bisogna strafare. Non posso competere con i cinesi».
MOTIVAZIONI - «Bisogna essere realisti, oggi è l'anno zero. È una squadra che deve ripartire portando giocatori che abbiano qualità morali e non la pancia piena o che pensino al dio denaro. L'esempio è Spinazzola che ha lasciato la Juve o Diawara che non farà un giorno di vacanza. Sono molto ambizioso. Fare il ds alla Roma vale il prezzo della vita professionale. Non posso dire alzo un trofeo, sarebbe da stupidi. Qui bisogna ricostruire».
ZANIOLO - «Il contratto ce l'ha, la società vorrà adeguarglielo. Qua però si fa presto a creare dei miti. Se ha le qualità sarà il fiore all'occhiello, ma deve stare con i piedi per terra perché a questa età si fa presto a perdere il senso della ragione. Nell'ultimo periodo ha smarrito questi concetti. Le cazzate le abbiamo fatte tutti a 20 anni, l'importante è che capisca che ancora non ha fatto nulla».
BALDINI - «Mi ha scelto lui, ma sono io che prendo le decisioni tecniche e su questo non transigo. Non sarà Baldini a dirmi chi prendere. Per me può essere una risorsa se fa il consulente. Se non dovesse andare così io me ne vado».
CONTE E FONSECA - Stoccate anche all'amico Conte. «Antonio lo conosco da 30 anni, ma lui per per vincere non guarda in faccia nemmeno ai fratelli. Ritiene che l'Inter è più pronta, e avrà le sue ragioni. gli ho detto che vincere la sfida a Roma non è paragonabile ai 5 scudetti con Juve o Inter. Non sono stato lì a pregarlo. Ora mi fido di Fonseca, l'ho scelto dopo aver visto alcune partite dello Shakhtar. Gioca corto, aggressivo ma non è un integralista. Darà identità».
BARELLA - «Prima che arrivassi, l'agente è venuto tante volte qua. Era contento di venire alla Roma, poi lo ha chiamato Conte che è bravo a motivare. E ci sta che il giocatore voglia giocare la Champions. Io non ho mai cercato Barella. È il Cagliari che ha cercato la Roma. Per me è un capitalo chiuso, se ci ripensa ne parliamo».
TOTTI E DE ROSSI - «Mi sarebbe piaciuto avere accanto Francesco e se un giorno volesse tornare sono pronto ad accoglierlo. Daniele magari un giorno sarà il nostro l'allenatore».