IL TEMPO (A. AUSTINI) - «Pronto Gonzalo? Sono Paulo Fonseca». Lunedì scorso, squilla il telefono di Higuain e dall'altra parte c'è l'allenatore della Roma, che scende ufficialmente in campo (col placet della società e della Juventus) per convincere il Pipita ad accettare la proposta giallorossa. Una mossa che conferma l'attivismo dell'allenatore portoghese anche sul mercato: aveva già chiamato, fra gli altri, Fred, Diawara, Veretout e Mancini. E sembra aver sortito effetti positivi: i club, ora, sono lievemente più ottimisti sulla chiusura di un affare che resta comunque assai complesso. Fonseca ha spiegato a Higuain quanto lo consideri centrale nel suo progetto di rifondazione e gli ha dato appuntamento alle prossime settimane sperando che nel frattempo la trattativa possa davvero decollare. Il bomber argentino ha ringraziato e apprezzato, quel «no» iniziale recapitato alla Roma adesso è un muro con più di una crepa. La partita è in mano a Nicola Higuain, l'agguerrito fratello-procuratore. Prima ha annunciato che il fratello «in Italia giocherà solo nella Juventus», poi ha accompagnato la notizia del suo sbarco in Italia al motto di «andiamo a combattere fino alla fine». Combattere, sì, perché va trovata un'intesa sulla separazione del Pipita dalla Juventus.
Sul bilancio bianconero Higuain pesa ancora 36 milioni di ammortamento residuo, oltre a un ingaggio per altri due anni da 15 milioni lordi a stagione più bonus. Come accaduto con Milan e Chelsea la stagione scorsa, la Juve è pronta a cedere il centravanti in prestito oneroso con un riscatto che stavolta però deve essere garantito. Ma la Roma non può accollarsi un investimento del genere per intero, dovrà per forza di cose spalmare l'ingaggio del Pipita su 4 anni di contratto e per far quadrare i conti c'è bisogno che i bianconeri facciano la loro parte. O con una ricca buonuscita al giocatore o, più difficile, col rinnovo con stipendio e ammortamento a quel punto diluiti su più anni. Si attende l'esito del faccia a faccia tra Nicola Higuain e il ds juventino Paratici programmato per oggi, prima della partenza della squadra per la tournée in Asia. Il resto spetta a Sarri, a cui la società ha chiesto di parlare chiaro col suo «pupillo»: il tecnico dirà a malincuore a Higuain che stavolta non potrà puntare su di lui.
La Signora, tra l'altro, ha scelto il sostituto: è Icardi, in rotta con l'Inter (stanziati 40-45 milioni) che a sua volta deve trovare l'intesa con la Roma per Dzeko: offerta ferma a 10 milioni, alzabile fino a 12, Petrachi ne vuole 20. Il diesse intanto è volato ieri a Milano. Da limare la trattativa per Veretout: ballano ancora un paio di milioni con la Fiorentina (16-18 milioni oltre i bonus) e non c'è accordo con l'agente su commissioni e ingaggio. Qualcuno dovrà rinunciare a qualcosa per non far saltare il banco. La Roma nel frattempo non ha mollato il baby Almendra del Boca, la nuova squadra di De Rossi: recapitata da Baldini a Burdisso e all'agente una proposta da 14 milioni più bonus. Alternativa a Veretout o innesto in più a centrocampo? Da capire e dipenderà anche dal futuro dei vari Zaniolo, Cristante, Nzonzi, Gonalons, Pastore e Coric. Sul mercato c'è anche Florenzi, finito nel mirino del Tottenham che ieri ha venduto Trippier: con gli Spurs la Roma ha in piedi il discorso su Alderweireld, gli inglesi hanno convocato il belga per la tournée e non vogliono fare sconti sulla clausola da 27.6 milioni. L'eventuale inserimento di Florenzi nell'affare potrebbe sbloccare l'impasse.