(...) Gianluca Petrachi «non si mette paura di nessuno, fatevene una ragione». Detto che, ad inizio conferenza, tra radio e social qualcuno sottolinea come Petrachi sembri «il primo Monchi con qualche anno di più», il neo direttore sportivo si differenzia subito dai suoi predecessori perché non promette vittorie né voli pindarici, ma concretezza. Secco, diretto, duro, parla chiaro e questo ai romanisti piace: «Ora però deve portare a casa i fatti».
La sensazione, leggendo i tweet e ascoltando le radio, è che Petrachi abbia fatto centro con la sua schiettezza, ma che i tifosi, che pure avevano amato Monchi e prima di lui Sabatini, restino vigili in attesa di qualcosa di più di una conferenza stampa. Anche se c'è chi dopo averlo ascoltato ha ritrovato la voglia di stadio: «Se non avessi fatto l’abbonamento sarei andato dopo questa conferenza». Frasi come senso di appartenenza, sudore e «uomini prima ancora che calciatori» sono parole che fanno breccia nel cuore della gente, soprattutto quando tutti sanno che vincere, almeno all’inizio, sarà difficile. La sensazione è che i romanisti, orfani di Totti e De Rossi, e in attesa di conoscere Fonseca, cerchino un leader in grado di ricostruire da zero. Petrachi così si è presentato. «Però se non gli danno carta bianca e continua a decidere tutto Baldini tra un anno scappa», dice un ascoltatore in una radio e questo è uno dei mantra del pomeriggio romano. (...) Ora non resta che aspettare mosse, acquisti e cessioni. Il passato, anche recente, insegna che per tutti, anche per i d.s. dopo le parole servono i fatti.
(gasport)