LAREPUBBLICA.IT (M. PINCI) - Appuntamento nella sede operativa del club, all'Eur. Da una parte Guido Fienga, il Ceo del della Roma. Dall'altra Francesco Totti. Che dopo la delusione sta maturando la decisione per il proprio futuro. E oggi ne parlerà con la società giallorossa. Queste sono state ore di profonda riflessione. Sul tavolo, il ruolo di direttore tecnico che la Roma ha offerto al suo ex capitano. Un incarico che Totti ha lasciato in sospeso: lo sente vuoto, visto che le decisioni rilevanti per il futuro del club sono passate sopra la sua testa: sulla scelta di Petrachi come nuovo ds non ha avuto voce in capitolo, lui che si era speso per la permanenza di Ricky Massara (destinato invece al Milan). E nemmeno per quella dell'allenatore: i suoi nomi erano Mihajlovic e Gattuso, a Trigoria hanno scelto invece Paulo Fonseca.
Totti sta seriamente meditando l'addio e ne parlerà con Fienga, l'uomo più vicino a lui nell'attuale organigramma romanista. Con lui infatti maturò a marzo la scelta di Ranieri, in cui Totti ebbe un ruolo centrale. E Francesco fu interpellato anche quando si trattò di decidere dell'addio di De Rossi. Poi qualcosa è cambiato, e quel qualcosa riporta al grande "nemico" di Totti, ossia Franco Baldini. Il Richelieu di Pallotta, l'uomo che da lontano ha sempre avuto in mano le sorti della società, dalla scelta di Monchi al suo tramonto, e tutto o quasi quello che c'è stato nel mezzo. Totti gli imputa persino la scelta del club di non rinnovare il suo contratto, quella che ne ha portato all'addio nel 2017. In una Roma affrancata dai "consigli" di Baldini, Totti resterebbe consapevole di potersi ritagliare ancora uno spazio operativo. Altrimenti, è orientato a lasciare, dopo trent'anni ininterrotti di rapporto. A meno che qualcuno non riesca a fargli cambiare idea.