Milan fuori dall’Europa. Accordo con l’Uefa: niente coppe, scacco evitato. Nel futuro c’è il settlemente

29/06/2019 alle 14:47.
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(…)Alla fine non si può parlare di doccia fredda, perché la cosa era nell’aria da settimane. Mancava solo l’ufficialità, arrivata ieri intorno all’ora di pranzo: il Milan è stato escluso dalla prossima Europa League sulla base di un accordo – Consent award (lodo arbitrale transattivo) – raggiunto con la Uefa e ratificato dal Tas. «Il Milan è escluso dalla partecipazione a competizioni Uefa per club della stagione sportiva 2019-20 – si legge nel dispositivo emanato da Losanna – come conseguenza della violazione degli obblighi di pareggio FFP (Financial Fair Play, ndr) durante i periodi di monitoraggio 2015/2016/2017 e 2016/2017/2018». La «contropartita» è basilare: la sentenza della Camera giudicante Uefa del 20 novembre 2018 e quella della Camera investigativa del 19 aprile 2019, per le quali il Milan era ricorso al Tas, sono state accantonate. La prima riguardava la conversione dell’esclusione dalle coppe in una multa di 12 milioni, la limitazione a 21 giocatori nella lista Uefa per due stagioni e l’esclusione dalle coppe in caso di mancato pareggio di bilancio nel 2021. La seconda riguardava il nuovo deferimento – triennio ‘15-18 – del club rossonero alla Camera giudicante. Ecco, da qui in poi si può tracciare una linea netta (…).

E un comunicato è arrivato anche da via Aldo Rossi. «(…). Il Club riconosce e rispetta il Financial Fair Play e prende atto che non c’è altra via che accettare le sanzioni per poter intraprendere un percorso di ritorno al pieno rispetto delle regole» (…).Spiega ancora meglio il presidente Scaroni: «Dovevamo assolutamente mettere fine a questa faccenda» (…).Ma come si è arrivati a questo accordo, che a livello normativo pareva non contemplabile e che ora viene descritto come accordo ufficiale (la Uefa è soddisfatta nella sostanza, un po’ meno a livello procedurale)? Il 24 giugno i legali Uefa hanno fatto richiesta al Tas di estromettere il Milan. Scenario a cui il Milan ha risposto affermativamente. Diciamo che ha prevalso la ragion di stato, dovuta alle tempistiche soprattutto (calendari europei in primis), con Roma e Torino che premevano e l’esigenza di Nyon di passare a occuparsi del faldone City (…).

(gasport)