Ti aspetti Ronaldo e poi spunta Dzeko: la Roma resta viva

13/05/2019 alle 14:57.
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LA REPUBBLICA (F. BOCCA) - È finita con la curva a cantare l’antico “Grazie Roma”, dopo aver scoperto che Roma- è sempre Roma- e non può essere una partita come tutte le altre. Se poi finisce con un 2-0 secco alla campione d’Italia, si poteva persino pensare che la serata fosse un brandello di quella storica rivalità. Magari qualcuno dopo i gol di e nell’ultimo quarto d’ora, avrà chiuso gli occhi e sarà tornato agli anni ‘80. Il risultato - sia pure di grande soddisfazione per la Roma di e seccante per la di Allegri sempre in tensione - non cambia nulla per i bianconeri (terza sconfitta dopo e Spal), ma riporta la Roma sul Milan e la tiene agganciata al treno . In attesa delle prossime due partite. La , pur sospesa in questo periodo di mercato incombente e di destini interlocutori, da Allegri a Dybala, sembrava quasi aver trovato inizialmente più motivazioni nel Roma- più fiacco e meno avvelenato dell’ultimo secolo. Quasi che la qualificazione alla la dovessero cercare a tutti i costi i bianconeri e non la Roma, arrivata al match demoralizzata dalle imprese dell’Atalanta e dall’offensiva del Milan. Nella prima parte è stata la a tenere il campo e vedersi fermare da Mirante, arrivato alla Roma come riserva di Olsen e diventato con titolare: provvidenziali i suoi interventi su Cuadrado e Dybala. Alla Roma è stato lasciato qualche contropiede in cui ha brillato , più una traversa di Pellegrini. , che si sarebbe poi preso il gran finale, si sarebbe distinto, a inizio ripresa, per un fallaccio su Chiellini: il mondo alla rovescia. La Roma e si sono giocati tutto in zona Cesarini, dando più profondità al gioco e approfittando degli slabbramenti di una sbilanciata in avanti ed evidentemente convinta di poter pilotare la partita. I gol della Roma sono arrivati come un destro-sinistro al mento. L’inserimento di Under ha dato freschezza e velocità. Il gol di , su perfetta triangolazione con , a scavalcare in uscita. Il gol di invece in contropiede su lancio di Under. Apoteosi sotto la . Molto più di Ronaldo. Che si trova in questa sospensione spazio-temporale, la mancanza della gli ha tolto ossigeno, ha scoperto che a 34 anni, in Italia, si possa dover fare i conti in classifica marcatori con Quagliarella (cinque gol in più) o uno Zapata qualsiasi (un gol avanti). Nel frattempo capita di ritrovarsi sugli stinchi, sgomitare e litigare con sotto il naso dell’arbitro, vedersi annullare un gol per fuorigioco. L’ansia di dover far gol non lo divora, ma si vede anche che c’è qualcosa che non va e che il Ronaldo di quest’anno è incompiuto. Gli applausi più calorosi alla fine li ha presi Claudio , traghettatore verso un futuro ancora sconosciuto: «Continuiamo a credere che tutto sia possibile. Dobbiamo arrivare in fondo con la coscienza a posto. Non mi dò speranze di panchina, penso solo a lavorare. E non voglio nemmeno fare il supervisore o la chioccia di chissà chi. Io sono un allenatore e mi diverto ancora a farlo»