Tebas: «Uefa ed Eca vogliono uccidere le leghe, con quel progetto accordo impossibile»

09/05/2019 alle 13:34.
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IL MESSAGGERO (E. BERNARDINI) - Una battaglia campale. Nessuno vuole mollare un centimetro delle proprie posizioni. Eca e Uefa puntano dritti alla Super , le Europeans Leagues si oppongono consce che quel progetto porterebbe alla distruzione dei campionati. Lunedì, nell'incontro di le Leghe nazionali hanno difeso la sovranità dei campionati. Ieri a Nyon l'incontro con il Comitato esecutivo Uefa dove non si è trovato un punto d'incontro. «Il progetto è simile a quello su cui lavora l'Eca, per me non ci sono state novità e non è stato preso in considerazione il lavoro svolto a dove si sono riuniti 244 club. Noi chiediamo un accordo. E ovviamente con questo format è impossibile» rimarca Javier Tebas, il membro del board delle Leghe Europee e numero uno della Liga spagnola.

L'obiettivo della Uefa è quello di creare un campionato europeo? Una sorta di super ?
«Lo possiamo chiamare con qualsiasi nome, ma oggi a Nyon il progetto UEFA è stato presentato e corrisponde esattamente a quello che stavamo denunciando da tempo. Quello che fino ad oggi era un progetto dei grandi club ora è diventato è un progetto della UEFA».

In questo senso che ruolo dovrebbe avere la Uefa?
«La UEFA è l'unica organizzazione in Europa ad organizzare competizioni transnazionali, che influenzano anche quelle nazionali. La UEFA deve decidere se diventare un arbitro tra competizioni nazionali ed europee, o diventare un vero e proprio concorrente dei campionati nazionali. Secondo me dal 2016 si sta muovendo su quest'ultima strada».

Il presidente dell'Eca e della , Andrea Agnelli aveva in mente un progetto per rendere la una competizione centrale con partite giocate di sabato. Perché secondo lei è un progetto che non si può realizzare?
«Perché prima di tutto questo progetto sancirebbe la fine dei campionati nazionali come li conosciamo oggi. A lungo andare diventerebbero competizioni residue sia nell'aspetto sportivo, sia in quello economico... e questo credo che non sarà permesso né dai club, né dai tifosi, né dalla politica. Anche perché la gente è legata al proprio campionato, al campanile che rende il calcio lo sport più seguito al mondo».

Perché secondo lei l'Eca vuole togliere potere alle singole Leghe?
«Più che l'Eca sarebbe meglio dire i 10 più grandi club d'Europa. Vogliono continuare ad accumulare denaro, perché sanno che le leghe nazionali sono più deboli, e i diritti audiovisivi nel corso del tempo varranno sempre meno. Quindi anche loro avranno meno e allora distribuiscono briciole per convincere anche gli altri club».

Ci spiega qual è la sua visione delle leghe e del loro mercato?
«Sono ottimista per natura, ma in questo momento ci sono cose importanti che vanno affrontate, delle sfide che ritengo fondamentali. Penso all'irruzione del mondo dell'ott (Over-The-Top ossia le imprese che forniscono, attraverso la rete Internet, servizi e contenuti video) e alle riforme di esse».

La sua idea è quella di puntare alla sovranità dei campionati nazionali?
«Senza dubbio. Come ho già detto il format delle competizioni europee che propongono Uefa ed Eca mette in serio pericolo le competizioni nazionali».

Lunedì abbiamo notato una certa attività del presidente della Lazio, Lotito e di quello del Torino, Cairo. Qual è il contributo che potrebbe dare il calcio italiano in questa situazione?
«Il calcio italiano, è stato, è e sarà una parte fondamentale dell'industria del football. Sia Cairo sia Lotito (ieri hanno avuto una call conference), sappiamo che stiamo attraversando un momento trascendentale».

In tema di diritti tv: è pensabile che si crei un unico grande canale europeo? Perché sì, perché no?
«No, il mercato non si muove su un unico canale. Se invece parliamo di piattaforme con diversi canali allora dico sì ma è troppo presto per il gran canale. Ci sono alcuni provider come DAZN, ELEVEN... ma il nostro calcio ha un prezzo molto alto perché una piattaforma possa avere tutto il calcio europeo».

Un anno dopo, pensa che Mediapro possa tornare nel mercato italiano? Com'è l'esperienza nella sua Lega?
«Certo che può. La nostra esperienza è molto buona, sono stati con noi per molti anni e ha avuto un ruolo essenziale nella crescita del valore della Liga nelle ultime stagioni. La Liga contribuisce all'1,37% del Pil della Spagna»