In altri tempi una partita come Roma-Parma - giallorossi promossi aritmeticamente in Europa League dalla sconfitta del Torino a Empoli e emiliani già salvi - avrebbe chiamato allo stadio solo i tifosi più romantici, magari quelli che erano all’Olimpico il 17 giugno 2001, il giorno del terzo scudetto. La partita più inutile, invece, farà registrare il tutto esaurito per omaggiare Daniele De Rossi, all’ultima partita in giallorosso, e per mandare in onda la contestazione al presidente Pallotta e a tutti i dirigenti, compreso il consigliere Franco Baldini. Le modalità dell’addio a De Rossi hanno messo Pallotta nel mirino degli ultrà, ma non solo. L’interista Fiorello ha detto che la dirigenza giallorossa «dovrebbe vergognarsi». Il presidente del Napoli, Aurelio de Laurentiis, si è spinto ancora più in là: «Prenderei subito De Rossi al Napoli, al di là di qualsiasi problema fisico o anagrafico. È uomo di sport: troverà la sua strada e sarà ancora vincente come è stato per tutta la sua vita. È giusto che non abbandoni il calcio. Penso che l’addio di De Rossi sia un giallo e me lo sono spiegato solo pensando che, magari, hanno già venduto la Roma con degli accordi su un rinnovamento completo. Altrimenti lo troverei uno sbaglio di tempi pazzesco».
(corsera)