LA REPUBBLICA (F. FERRAZZA) - “C’hai rappresentato in campo per 18 anni da oggi la tua curva rappresenterà te in campo per sempre. Siamo tutti DDR”. Questa la scritta scelta dalla curva sud per salutare De Rossi, con centinaia di bandierine a sventolare intorno, e il coro a lui dedicato intonato per cinque minuti pieni. Pioggia e lacrime per il capitano, che scende in campo mano nella mano con i suoi tre figli: Gaia, la più grande, e poi Olivia e Noha, piccolini. Tantissimi gli striscioni, gli stendardi e le raffigurazioni dedicate al numero 16, che è travolto dall’affetto dei quasi 63 mila presenti. L’Olimpico è un muro giallorosso, ed è continua la contestazione contro Pallotta e tutta la dirigenza, a sottolineare lo scollamento ancora più evidente dopo l’addio forzato all’ultima bandiera. In campo la Roma vince 2-1, grazie alla rete di Lorenzo Pellegrini, che esulta con il pollice in bocca, verso la moglie Veronica, seduta in tribuna. Alla Totti, per festeggiare l’imminente nascita della sua prima figlia. Per il centrocampista è il quindicesimo gol in serie A, contro quindici avversarie diverse. In questa stagione è il suo terzo centro. «Siamo tutti molto tristi per Daniele – le sue parole – soprattutto per la persona, oltre che per il calciatore. Nessuno di noi avrebbe voluto che accadesse, a piangere non è solo il cielo, ma tutti noi, gli voglio un bene dell’anima». Il secondo gol è di Perotti, che è il marcatore degli addii, visto che aveva segnato il gol decisivo anche in Roma-Genoa, di due anni fa, quella dell’ultima con la maglia giallorossa di Totti. Piange anche Ranieri, durante la partita sommerso da cori e ovazioni. Il tecnico, alla sua ultima panchina in giallorosso – vuole tornare a lavorare all’estero – si inchina di fronte a tanto amore, non riuscendo a trattenere le lacrime. “Mr Ranieri: Nel momento del bisogno hai risposto presente, adesso ricevi l’omaggio della tua gente”. Polemico, invece, il saluto a Dzeko. Alla lettura delle formazioni e al momento del cambio, il centravanti è sommerso dai fischi e non fa nulla per nascondere il proprio disappunto, applaudendo i tifosi in maniera ironica e stizzita. Tanti, poi, anche gli applausi, con lo stadio a quel punto diviso sui sentimenti nei confronti del numero 9 che, dopo 4 anni e 87 gol, lascia la Roma. Avrebbe voluto chiudere la sua carriera nella capitale, il club preferisce non rinnovargli però il contratto in scadenza tra un anno. Sembra destinato all’Inter. Ai titoli di coda anche la permanenza di Kolarov in giallorosso. Il feeling con i tifosi non è mai sbocciato, per il passato laziale del terzino e il suo atteggiamento spesso di sfida nei confronti delle contestazioni.