LA REPUBBLICA (G. CARDONE / F. VANNI) - Uno spettro si aggira per le panchine di Serie A. È l’ombra di Antonio Conte, che incombe sul futuro delle squadre che si contendono l’accesso alla Champions League. La minaccia di essere rimpiazzati dall’ex ct è una motivazione in più per gli allenatori in cerca di conferma, da qui alla fine dello stagione. Lo sa bene Claudio Ranieri, che domani porterà a Genova la sua Roma, quinta a un punto dall’Atalanta allenata da quel Gasperini che i giallorossi vorrebbero, ma come seconda scelta.
Lo sa Luciano Spalletti, chiamato a vincere oggi contro contro l’Udinese in cerca di salvezza per blindare il terzo posto in campionato e allontanare l’idea mai abbandonata dall’Inter: portare a Milano l’allenatore salentino. Il terzo possibile approdo per Conte resta il Milan. Ma ora nella corsa è tornata favorita l’Inter. Lunedì scorso Beppe Marotta ha incontrato Conte e gli ha chiesto di aspettare a firmare con la Roma.
L’ad interista valuta la disponibilità di Zhang Jindong a tirare fuori gli 80 milioni che servirebbero per il cambio in panchina. Liquidare a Spalletti i due anni di stipendio che gli spettano implicherebbe un esborso di 28 milioni, tenendo conto dello staff. L’ingaggio di Conte per tre anni (difficile firmi per meno) con l’attuale regime fiscale ne costerebbe 16 a stagione, più le spese per l’entourage. Un aiuto a chi vorrà portare in panchina il leccese potrebbe arrivare dal decreto Crescita del Governo, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 30 aprile. Avendo vissuto a Londra nel biennio 2016-2018, Conte rientrerebbe fra quei cervelli che garantiscono sgravi alle aziende che li faranno rientrare in Italia. L’aliquota sarebbe del 30%. Sempre che il parlamento nei 60 giorni riservati agli emendamenti non introduca vincoli (titoli di studio o soglie di età) che escludano l’allenatore. Di sicuro il decreto ha cancellato il limite per cui gli sgravi valevano solo per dirigenti o ultra- specializzati.
A convincere Zhang a spendere per l’Inter sarebbe anche la performance della sua Suning, colosso della vendita di tecnologia che, nel primo trimestre dell’anno, ha aumentato di un quarto i ricavi rispetto allo stesso periodo del 2018. E allo stadio di San Siro ha fatto la sua comparsa sui tabelloni a bordo campo lo sponsor Samsung, per ora solo con scritte in cinese. La partnership con l’azienda sudcoreana (oggi legata alla Juve) potrebbe avvicinare quei 400 milioni di fatturato annuo che l’Inter ha come obiettivo. Sul percorso che porterebbe Conte a Milano ci sono degli ostacoli. Il primo sono i risultati sportivi di Spalletti, vicino agli obiettivi di stagione. Un altro è il passato bianconero dell’ex ct, che molti tifosi potrebbero mal digerire. Marcello Lippi, che di Conte è il maestro, gli avrebbe sconsigliato per questo l’esperienza nerazzurra.
Chiunque ci sarà in panchina, Suning dovrà comprare giocatori, nel rispetto del fair play finanziario che obbliga a realizzare una quarantina di milioni di plusvalenze entro il 30 giugno. È già preso il difensore Godin, dall’Atletico Madrid. È vicino il terzino Danilo, del Manchester City, e si lavora sul centrocampista della Roma Lorenzo Pellegrini. In attacco molto dipenderà dal futuro di Mauro Icardi, che da giorni pubblica su Instagram foto piccanti con la moglie e procuratrice Wanda. «Agli allenamenti viene in divisa ed è equilibrato», taglia corto Spalletti. Ma non chiarisce se questa sera giocherà lui o Lautaro Martinez. I contatti con la Juve per cedere Icardi continuano. Tre le ipotesi: lo scambio con Dybala, che sarebbe da convincere, o con Kean. Oppure i milioni. La Juve ne offre 60, l’Inter ne chiede 80. Se l’affare andrà in porto, l’Inter punterebbe su Lukaku dello United. Che piace a Conte.