LAROMA24.IT - La Roma pareggia a Marassi contro il Genoa e dice addio (o quasi) al sogno Champions League. "I giallorossi visti a Genova non meritano la Champions: non può essere quello l’atteggiamento di una squadra che sa di dover solo vincere per tentare di salvare la stagione" scrive Massimo Caputi su 'Il Messaggero'. Dello stesso avviso anche Tiziano Carmellini de 'Il Tempo': "Giusto così. S'infrange a Marassi dopo novantuno minuti di gioco il sogno Champions della Roma. In una partita che è la sintesi della stagione giallorossa a dir poca disastrosa: perché se torni a casa con uno striminzito 1-1 da Marassi contro il Genoa dell'ex Prandelli che lotta per salvarsi, è normale che finisca così. Che in Champions vadano altri".
Ecco i commenti di alcuni degli opinionisti più importanti della stampa, pubblicati sulle colonne dei quotidiani oggi in edicola
IL MESSAGGERO (M. CAPUTI)
Le gare di ieri se non sono una sentenza, poco ci manca. A tre giornate dal termine i due posti rimasti per la Champions si tingono sempre più dei colori nerazzurri di Inter e Atalanta che, a +4 e +3 dalla quinta, potranno gestire un vantaggio confortante. Per quanto visto nel corso della stagione si tratterebbe di un esito coerente. La squadra di Spalletti infatti, seppur tra polemiche interne e un gioco che non è mai decollato, è stata per tutto il torneo stabilmente nella sua zona di competenza. L’Atalanta, da gennaio in poi, ha avuto un ruolino di marcia impressionante che le ha permesso con merito di raggiungere e poi superare di slancio le avversarie. Forte di un gioco collaudato ed efficace il fatto nuovo della squadra di Gasperini è rappresentato dalla crescita di personalità e convinzione. Con l’obiettivo della Coppa Italia, sorretta da un’ottima condizione fisica, nel momento decisivo della stagione, l’Atalanta ha capito di poter sferrare l’attacco verso un traguardo impensabile fino a poche settimane fa, ma ora più che mai possibile anche grazie alle debolezze delle rivali. Roma e Lazio anche ieri sono state autentiche delusioni. I giallorossi visti a Genova non meritano la Champions: non può essere quello l’atteggiamento di una squadra che sa di dover solo vincere per tentare di salvare la stagione. I biancocelesti sono in calo costante, con gambe e testa pesanti: durano poco più di metà partita. Non un bel segnale in vista della finale di Coppa Italia che per la Lazio e Inzaghi rischia di diventare la salvezza o la bocciatura della stagione.
CORRIERE DELLO SPORT (I. ZAZZARONI)
In fondo proprio la Roma è stata la sola a scansarsi, allontanandosi ancora un po' dall'obiettivo quando mancavano pochi istanti alla fine: in cinque minuti è passata dall'1-0 da 61 punti alla sconfitta evitata grazie a un rigore parato da Mirante. A questo si è ridotta (la) Roma: a scannarsi per il quarto posto - ripeto, il quarto ; a vivere più di illusioni che di programmi; a sperare che Conte faccia come Ancelotti col Napoli e decida di accettare la proposta di Pallotta e Fienga sfidando se stesso e la logica del superallenatore vincente; a fantasticare sul futuro più che a disperarsi per i presente (e non fatemi parlare di Nzonzi). Ieri il nostro giornale ha chiesto al Bostoniano di completare in fretta l'opera di seduzione dotando la squadra della guida invocata dai tifosi e perfino da Totti e (immagino) De Rossi: un acquisto che varrebbe quanto un posto Champions strappato all' ultima giornata. Una volta le belle provinciali vincevano gli scudetti, oggi terrorizzano le grandi ritardatarie. E nel dibattito fra esteri e risultatisti nessuno s'azzarda a discutere Gasperini. Mai come oggi l'ingaggio del tecnico conta più di quello di un bomber. Conte come Capello?
LA REPUBBLICA (M. CROSETTI)
«L'80 per cento del lavoro che svolgo adesso è uguale a quello che facevo con le squadre giovanili, cambiano solo dosi e difficoltà», ama dire Gasperson. Anche se poi quasi nessun pezzo di Atalanta rimane così brillante altrove, Gian Piero Gasperini dovrebbe essere il primo nome su qualunque pizzino di mercato di qualunque dirigente, e per qualunque squadra. Atalanta a parte, la corsa Champions (domani e mercoledì le semifinali di ritorno, per lustrarci gli occhi) si sta risolvendo tra squadre sulle ginocchia, alla fine della più brutta stagione da molti anni a questa parte come qualità di gioco e capacità di appassionare il pubblico. La Juve in vacanza mentale sarà decisiva per Roma e Atalanta, visto che le affronterà entrambe, e i giallorossi domenica dopo quattro giorni di ferie. Non ci si può fare niente, ma qualcuno tanto contento non è.
IL TEMPO (T. CARMELLINI)
Giusto così. S'infrange a Marassi dopo novantuno minuti di gioco il sogno Champions della Roma. In una partita che è la sintesi della stagione giallorossa a dir poca disastrosa: perché se torni a casa con uno striminzito 1-1 da Marassi contro il Genoa dell'ex Prandelli che lotta per salvarsi, è normale che finisca così. Che in Champions vadano altri, squadre che nel corso dell'annata hanno dimostrato di averne di più: in tutti i sensi. Più testa, più gambe, più gioco e sì, anche più attributi. Eppure questo campionato assurdo aveva aspettato più volte la Roma rianimata dopo l'arrivo di Ranieri ma che continua a commettere sempre lo stesso errore: sbagliare le parte decisive. Ne esce un punto inutile che serve al Genoa in chiave
salvezza. ma non alla Roma per la quale aumenta solo il rammarico per quello che poteva essere e non è... e non sarà. Tutto questo dopo la stecca dell'inter e un'Atalanta che come da programma ha asfaltato la Lazio all'Olimpico continuando a viaggiare col vento in poppa,
aspettando il Milan stasera impegnato contro il Bologna a San Siro: partita che a questo punto rischia di non cambiar nulla. E poteva anche andare peggio se Mirante, quasi 5 minuti dopo il 90°, non avesse parato un rigore (da lui stesso procurato) fissando il punteggio su un 1-1 disastroso per i giallorossi. Un risultato che cambia tutta la prospettiva non tanto di questa stagione ormai andata, ma di quelle a venire: perché senza la Champions il progetto giallorosso verrà per forza ridimensionato (così come molti dei
suoi fenomeni, astri nascenti e compagnia cantando) e addio sogni di gloria: altro che
Conte. L'illusione del gran gol di El Shaarawy a otto minuti dalla fine che ha buttato giù dai trespoli i i gufi di giornata, è durata solo qualche giro di cronometro perché le partite finiscono solamente. Dopo i tre fischi dell'arbitro: casa che i giallorossi, nonostante le ripetute batoste stagionali, sembrano non aver ancora capito. Assurdo, ma vero. Resta l'Europa League, giusto così competizione più a misura di questa Roma.