Vecchi difetti e grandi emozioni. Uomini che non dovevano essere lì protagonisti nel bene e nel male, in un thriller come si deve, con i colpi di teatro nelle ultime riprese. Genoa e Roma danno vita a una sfida che sembra lo specchio degli obiettivi che rincorrono. Balbettante, palpitante, incerta, tesa e con un esito che si conoscerà solo alla fine. Sì, come per le volate Champions e salvezza. A un certo punto, l’improbabile inverno di questo maggio è entrato anche nel cuore dei genoani: ce lo ha infilato El Shaarawy con quel diagonale preciso come una freccia. Dopo tanta fatica e occasioni perse, ecco servita la beffa per un dei migliori Genoa della stagione. Proprio ElSha, che Ranieri stava per cambiare con Pastore. Invece è spuntata alta la zucca di Romero a rimettere un po’ di giustizia in campo. E poi, all’ultimo respiro della sfida, ecco l’occasione della vita, per l’ex Sanabria entrato da poco e per i rossoblù. Sanabria lo conquista, il rigore, costringendo Mirante al fallo. Dovrebbe tirarlo Criscito, ma vuole metterci la firma lui e il capitano gli cede il passo. Non lo avesse mai fatto. Mirante para e ricaccia il Genoa nella bagarre. Forse il pareggio è il risultato più adeguato, di certo il Genoa non meritava di perdere e nessuno avrebbe gridato allo scandalo se avesse vinto. Comunque, questo punto condiviso serve più al Grifone per salvarsi che alla Roma per la ricorsa Champions: i giallorossi potrebbero anche essere riagganciati dal Milan al quinto posto.
(gasport)