LA REPUBBLICA (G. CARDONE) - Pep Guardiola ha un’ambizione: vincere in Italia. Un’idea da coltivare subito o, più probabilmente, tra un anno. Il club ideale per aggiungere la Serie A alla collana di trionfi in Spagna, Germania e Inghilterra, è ovviamente la Juventus. Che ha intercettato quest’opportunità e ha intenzione di provare a percorrerla fin da subito. Quasi un Ronaldo-bis, per elevare ulteriormente il livello di competitività internazionale della regina d’Italia.
Per Andrea Agnelli è un sogno, anche se rischia di dover aspettare: oggi l’orientamento di Guardiola pare quello di restare un altro anno al City. E se non ci saranno improvvise aperture dall’allenatore catalano già per questa stagione, Agnelli si terrà stretto Massimiliano Allegri: lo incontrerà la prossima settimana, appuntamento cruciale per determinare le strategie juventine e per rinnovare il contratto in scadenza nel 2020.
La conferma di Allegri avvicina Antonio Conte alla Roma. Proprio la Juve è l’unico ostacolo rimasto: l’ex ct è intrigato dall’idea di tornare per regalarle la Champions. Ma altrettanto suggestiva è ai suoi occhi la prospettiva di allenare una squadra che non vince da tanto tempo: non ha mai dimenticato quel famoso concetto di Capello, cioè che uno scudetto a Roma ne vale 10 altrove. Conte entro dieci giorni darà la risposta definitiva ai giallorossi. Si va verso il sì, gli incontri tra i dirigenti e l’ex ct sono stati positivi e l’amicizia con Petrachi, che sarà il nuovo ds romanista, riveste un ruolo importante nella vicenda. Non determinante invece la partecipazione alla prossima Champions League, Conte accetterebbe l’avventura nella Capitale a prescindere dalla competizione europea da affrontare: per lui sono cruciali il progetto e quindi il mercato. Ha già chiesto la conferma di Dzeko, Zaniolo e Lorenzo Pellegrini, ha bisogno di un portiere titolare al posto di Olsen e di un grande centrocampista. Se il matrimonio con Conte diventerà ufficiale, Manolas chiederà di restare.
In realtà il tonfo del Psg nella finale di Coppa di Francia contro il Rennes ha aperto nuovi scenari, mettendo in discussione la permanenza a Parigi di Tuchel: lo sceicco Al Thani è moderatamente furioso e sta pensando di cambiare. Al momento il favorito è Mourinho, a spasso dopo il divorzio dal Manchester United. L’esperienza del guru portoghese può essere decisiva per l’ennesimo assalto alla Champions, ossessione del ricchissimo club parigino. Che nelle scorse ore ha comunque provato a contattare Conte, anche se la sensazione è che lui preferisca tornare in Italia. Per questo la Roma è convinta che stia per accettare il progetto di Pallotta, il più ambizioso della tormentata gestione americana.
L’alternativa per i giallorossi è Sarri, che lascerà il Chelsea solo se sarà il club inglese a mandarlo via. La volontà del tecnico toscano è infatti di continuare ad allenare i Blues. Lo sa bene anche il Milan, che lo ha inserito tra i possibili eredi di Gattuso insieme all’olandese Van Bommel. Il candidato principale alla panchina rossonera resta comunque l’argentino Pochettino, sospeso tra il suo desiderio di cambiare e la ferrea volontà del Tottenham di trattenerlo affidandogli un nuovo progetto. Meno complicato per i rossoneri arrivare a Giampaolo, il tecnico della Samp ormai pronto per una squadra più ambiziosa. Il Napoli si terrà Ancelotti, mentre Spalletti deve restare al terzo posto per allontanare definitivamente il fantasma di Conte. O di Allegri, il preferito di Marotta: ma potrebbe finire all’Inter solo se a innescare il domino fosse la Juve. Anzi, Guardiola.