LA REPUBBLICA (L. D'ALBERGO - M. FAVALE) - Nel lungo e tortuoso percorso verso lo stadio della Roma, la tappa intermedia di domani potrebbe dire molto sul futuro del progetto dell’impianto a Tor di Valle. Dopo il parere del IX Municipio (prima quello della commissione urbanistica, poi quello dell’assemblea) che si è espresso favorevolmente sull’annullamento in autotutela dell’interesse pubblico sull’opera, ora tocca alla Commissione sport del Campidoglio. Appuntamento alle 11 per una discussione e un voto che, seppur anch’esso non vincolante da un punto di vista tecnico, metterà alla prova la maggioranza M5S che in Aula Giulio Cesare sarà chiamata tra qualche settimana a decidere se proseguire o stoppare tutto. Dall’esito della commissione di domani si capirà se i 5 Stelle potranno contare su tutti i consiglieri o dovranno, pallottoliere alla mano, affrontare qualche defezione. Complessivamente, nonostante la compattezza sbandierata da più parti in Comune, dubbiosi e contrari tra le fila della maggioranza sarebbero 7 o 8. Alcuni di questi siedono in Commissione sport che esaminerà la delibera presentata nei giorni scorsi dall’ex dissidente Cristina Grancio (espulsa dal Movimento e confluita in De.Ma, la formazione del sindaco di Napoli Luigi De Magistris) e da Stefano Fassina (Sinistra per Roma). Un atto che nella riunione di domattina potrebbe trovare una sponda in Gemma Guerrini — 5 Stelle ultraortodossa che già in passato ha dimostrato con assenze “rumorose” la sua diffidenza nei confronti dello Stadio — e in Carlo Chiossi (sostituto di Marcello De Vito, architetto, vicino al Tavolo dell’Urbanistica M5S già molto critico sull’opera). «Speriamo siano presenti e non si facciano sostituire — sottolinea la Grancio — in questo modo si chiarirà se anche loro hanno deciso finalmente di fare politica e metterci la faccia o proseguire con un atteggiamento pilatesco». A fronte dei tormenti interni alla maggioranza, però, la linea dei fedelissimi di Virginia Raggi sarebbe quella di andare avanti ugualmente anche in presenza di dissidenti che potrebbero venire più o meno allo scoperto. Per questo si sta studiando, regolamento alla mano, la possibilità di giocare sul numero dei presenti quando arriveranno in Aula non solo la delibera Grancio-Fassina ma, soprattutto, la variante urbanistica, l’atto decisivo per consentire poi l’avvio dei lavori sull’area di Tor di Valle. L’ipotesi è quella di far cadere il numero legale così da arrivare a una seconda convocazione dove i numeri richiesti per la maggioranza in Aula sono più bassi, così da ammortizzare eventuali defezioni. Su tutto, aleggia lo spettro di possibili penali da parte della As Roma alle quali i consiglieri potrebbero essere sottoposti se decideranno per una retromarcia. Uno spauracchio sul quale i legali, anche quelli del Comune, non sembrano avere una linea univoca.