IL MESSAGGERO - Soli, senza assessori a corroborare una scelta politica che vacilla sempre di più. Ieri i consiglieri M5S hanno respinto la delibera di annullamento dell’interesse pubblico sullo stadio. Per farlo si sono aggrappati al parere negativo del Dipartimento Urbanistica. La volontà politica di andare avanti con l’opera, invece, non ha alcun appiglio. «L’annullamento non è la procedura corretta, forse sarebbe più appropriata una revoca. Oggi le opposizioni hanno dato un voto politico», osserva a margine con la consueta pacatezza la presidente della commissione Urbanistica Donatella Iorio dimostrando di aver pensato, eccome, a un’exit strategy sullo stadio pure lei, come Grancio. Lo stadio, si sa, scotta da qualsiasi punto lo si maneggi.
GLI UFFICI - Mobilità: ieri gli uffici, come per la commissione Sport, hanno disertato la riunione. Per i lavori pubblici e l’Urbanistica c’erano diversi funzionari che hanno parlato del loro pezzetto di pratica, attenti a non sforare ambiti e competenze, soprattutto politiche. E il fuorigioco, con gli assessori assenti, è stato sfiorato parecchie volte. Il Patrimonio ha dato parere positivo alla delibera Grancio, ma secondo il capogruppo M5S Giuliano Pacetti, la funzionaria che ha dichiarato la positività «parlava a titolo personale perché non c’è nessun pezzo di carta».
La verità è che la visione d’insieme su Tor di Valle non c’è più. Se c’era, era scritta nero su bianco nel parere dell’Avvocatura rimasto top secret, perché non positivo. «È giusto desecretare il parere dell’avvocato Andrea Magnanelli secondo voi?», chiede retorico il capogruppo Pd Giulio Pelonzi rivolgendosi alle presidenti di
commissione M5S Donatella Iorio e Alessandra Agnello che però sono rimaste mute. Che fare? La maggioranza non lo sa. Vorrebbe ripulire il progetto dalle incrostazioni corruttive ma è una guaina gelatinosa e spessa quella che lo avvolge di cui non si conoscono a pieno il perimetro e la profondità. Ecco perché Iorio vorrebbe rivotare la delibera sull’interesse pubblico votata all’epoca anche da Marcello De Vito, ora in carcere. «Sul progetto questa maggioranza dovrà comunque esprimersi di nuovo non appena gli uffici avranno controdedotto le osservazioni. E per ora non c’è una decisione condivisa», afferma Iorio, consapevole che potrebbero arrivare nuovi scossoni dalla Procura. «Spero che lo Stadio della Roma si faccia da un’altra parte», ha detto ieri Roberta Lombardi. Ri-sponde Iorio che si sente impotente: «Non si può rilocalizzare perché non è un impianto pubbli-co, non possiamo fare niente». La presidente della commissione Lavori Pubblici Alessandra Agnello viene dal Municipio IX, quello che ha votato contro lo stadio, a favore della delibera Grancio. «Se condivido la scelta? Non mi esprimo», dice. Ma come voterà Agnello in Aula Giulio Cesare quando sarà? «Non so ancora dirlo». Un messaggio alla sindaca, a quegli assessori assenti ieri e che potrebbe essere tradotto così: «Se non siete convinti voi, figuratevi noi».