Roma, il giorno della vergogna

01/04/2019 alle 13:22.
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IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Sparita, definitivamente. La Roma non c'è più. A 9 partite dal traguardo, si ritira dal torneo (7° posto e sorpasso della Lazio che deve pure recuperare la gara con l'Udinese), incapace di competere per qualsiasi obiettivo, anche quello di consolazione (4° posto). Fuori dalla serie A, come dalla Coppa Italia e dalla . Il si diverte all'Olimpico: torello e tiro al bersaglio. è umiliato da che, festeggiato dalla Sud, al 7° tentativo batte il collega, responsabile quanto i calciatori della nuova figuraccia. Cambia l'allenatore, dunque, e non il risultato. Anzi la situazione precipita: mai persi, in quasi 5 anni, 2 match di fila in campionato. Ultima volta, nel maggio 2014: in panchina e il 2° posto in cassaforte. Sembra passata una vita.
IMPROVVISAZIONE TOTALE - Fisicamente e tatticamente non c'è stata partita. Ma è la lezione del , con il 2° posto al sicuro da tempo, a far riflettere, non il distacco di 16 punti in classifica. A rincorrere la zona sembra che ci fosse (esulta a ogni gol), all'Olimpico senza 7 giocatori , e non . Che non inquadra il match già in partenza, forzando i recuperi di , Kolarov e soprattutto di per il forfait postdatato di Zaniolo che poi vedremo in campo senza un perché. Con il capitano, scontato il ritorno al . Accanto a lui, Nzonzi. Più Cristante trequartista dietro a , Schick largo a destra e a sinistra. Basta un minuto e mezzo per capire che la modifica è superflua: l'assetto resta vulnerabile. Scavetto di Verdi in verticale, controllo volante con il tacco di Milik che spara sul palo coperto per il vantaggio. La Roma è sempre la stessa e prende gol come se piovessero (62 tra serie A e coppe). È successo in 24 delle 29 partite in campionato (in 14 incassando almeno 2 reti a partita). Il trend è desolante. Con la linea a 4, qualsiasi siano gli interpreti schierati, sempre distratta e disorganizzata. Quindi fragile. Il centrocampo non fa mai schermo e gli esterni offensivi non rientrano.
CORREZIONE APPROSSIMATIVA - Il , con il solito 4-4-2, fa quello che vuole. Accelera, palleggia e conclude. improvvisa per interrompere l'esibizione, rivedendo subito l'assetto e riproponendo il , la traccia preferita di , dopo appena 8 minuti. Cristante si allinea a e Nzonzi: è il prologo del crollo. La gente non ne può più e fischia ogni passaggio sbagliato. Verdi, su invito da destra di Mertens, si pappa la palla del raddoppio, calciando addosso a Olsen. Fallito il rigore in movimento. Calvarese, su chiamata chic dell'assistente , annulla la rete di Milik per fuorigioco millimetrico ancora su appoggio di Mertens. La Roma aspetta il recupero per il 1° tiro nello specchio della porta. Che fa momentaneamente la differenza. In premio c'è il pari: spiazza su rigore Meret che ha atterrato Schick, dopo la torre di Nzonzi che, pescato in area da , infierisce in elevazione sull'ex Mario Rui.
CROLLO ANNUNCIATO - Il gol di , però, non nasconde le lacune di questa squadra allo sbando. La gaffe di Olsen, su cross da destra di Callejon, certifica il 13° ko stagionale (8° in campionato): segna Mertens. Buca e fa centro pure Verdi. Sul punteggio di 1-3, la Sud se l'è presa con il presidente e a seguire con i calciatori, definiti mercenari e invitati a sfilarsi la maglia. Applausi solo per Zaniolo, dentro per Schick. L'esclusione iniziale della mezzala diventa inconcepibile proprio dopo la decisione di di inserirlo poi a partita ormai chiusa. Traversa di Nzonzi prima del poker di Younes. La Roma, nei 6 scontri diretti contro le 4 squadre che la precedono in classifica, ha conquistato solo 3 punti su 18. Ancora nessun successo contro le big. , intanto, imita Zeman, l'ultimo a prendere 4 reti in campionato all'Olimpico, il 1° febbraio 2013 contro il Cagliari (2-4). Pagò solo l'allenatore, quella notte. Oggi ancora nessuno.