LEGGO (E. SARZANINI) - Nessun provvedimento disciplinare è stato preso dal giudice sportivo, che non ha accolto la richiesta della procura federale di utilizzare la prova tv, nei confronti dei giocatori milanisti Kessie e Bakayoko per il loro gesto di scherno nei confronti del laziale Acerbi, al termine della partita di sabato contro i rossoneri. Nella motivazioni la Lega sottolinea che il no alle immagini tv è stato deciso perché questo caso non rientra in quelli di condotta gravemente antisportiva. Nel suo provvedimento, il giudice Gerardo Mastrandrea rimanda il caso alla procura federale, che ha immediatamente reagito con l'apertura di un'indagine nei confronti dei due giocatori rossoneri. Una decisione accolta positivamente dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega allo Sport Giancarlo Giorgetti: «Ho sempre detto che i campioni sono un esempio per i ragazzi che poi emulano certi gesti sui campetti di periferia. Bisogna insegnare come si sta in campo e gli esempi vengono dall'alto». Il giudice sportivo spiega che con una mail inviata in data 15 aprile la procura Figc sottolineava come «dopo aver ricevuto in segno di cortesia dal calciatore della Lazio Acerbi la propria maglia», i due milanisti la «esponevano in modo ironico» sotto la curva dei propri tifosi ma che l'episodio, oltre a non essere presente nel referto dell'arbitro, non era stato rilevato dagli ispettori federali che ne avevano anche spiegato i motivi. Nessun grave provvedimento nemmeno sul parapiglia scatenatosi al termine della gara: diecimila euro di multa ai rossoneri Bertolacci, Kessie e Musacchio e ai biancocelesti Patric, Luis Felipe, stessa ammenda per Lucas Leiva, che ha proferito parole offensive all'addetto stampa del Milan mentre usciva dal Campo. Il giocatore però respinge le accuse secondo cui avrebbe urlato al dirigente, costretto su una sedia a rotelle, di stare zitto e seduto: «In una partita di calcio scrive via social - preso dalla tensione agonistica, posso aver detto molte cose, ma c'è sempre un limite che giammai mi sono permesso di superare, in quanto la mia educazione fondata su rispetto e buon senso non mi farebbe mai tollerare tale condotta». Nessun commento da Inzaghi, a parlare è stato Arturo Diaconale, responsabile della comunicazione della Lazio: «Mi piacerebbe discutere di certe vicende ma la questione finisce qui. Lancio un ennesimo appello al senso di responsabilità, non cadiamo nelle provocazioni». Infine il Milan, in una nota, ha affermato che «intende cooperare con la Procura affinché il percorso investigativo venga portato a compimento, nella certezza che il suo esito non sarà in alcun modo condizionato dalle dichiarazioni rilasciate in queste ore».