LA REPUBBLICA (M. PINCI) - Sembrava l’ennesima occasione persa, ancora contro una squadra ormai a pancia piena, ancora dopo un passo falso del Milan. Se stavolta la Roma vince, deve ringraziare quel De Rossi che qualcuno aveva fretta di pensionare. Il gol dell’1-0 alla Samp, la vittoria dopo tre turni in cui era mancata e la possibilità di ritrovarsi in corsa per un posto in Champions, ad un solo punto da Gattuso e Piatek, cinque dall’Inter del nemico Spalletti, terza e avversaria tra due settimane. Insomma, la stagione da buttare all’improvviso torna a offrire una speranza concreta e soprattutto un obiettivo più gustoso dell’insipida Europa League. Quella che la Sampdoria saluta, forse definitivamente: chissà che effetto deve aver fatto a Ranieri rimetter piede nello stadio che giusto otto anni fa gli era costato le dimissioni e in cui non aveva messo più piede. Curioso che a salvarlo sia stato l’unico superstite di quella squadra: Daniele De Rossi. Buttando in porta anche se con la pancia un pallone che Audero aveva tolto dal destino glorioso a cui l’aveva affidato Schick. Ma pure rimediando la spintarella che ha cancellato il pareggio di Andersen una manciata di minuti più tardi. E poi strappando via palloni a Gabbiadini o ruzzolando per guadagnare qualche istante dorato. Non aveva mai chiuso un campionato senza reti, ma non segnava su azione da un anno e 28 giorni, e in questa stagione l’unico gol era il rigore maledettamente inutile di Oporto nel giorno dell’eliminazione dalla Champions. Questo potrebbe essere la base per giocarla di nuovo. Anche per lui che, nonostante un polpaccio fastidioso e un ginocchio capriccioso, di smettere non avrebbe voglia e anzi spera di rinnovare il contratto in scadenza. Totti pare pensarla come lui: «Daniele allenatore? Alla Roma serve da calciatore e ci piace vederlo così». Certo per vincere la corsa con Milan, Lazio, Atalanta e Torino servirà altro. Perché la Roma è stata a lungo un equivoco. Chiedeva a Zaniolo, il miglior trequartista della squadra, di fare l’ala che non è. E a Schick di sfidare in quota i giganti. In più la consueta maledizione degli infortuni le toglieva pure l’ultimo terzino destro rimasto, Karsdorp, 43° guaio muscolare di una stagione in cui il turnover non è più un dialogo tra campo e panchina ma con l’infermeria. E alla prossima, con l’Udinese, dovrà giocare senza nemmeno un terzino di ruolo, visto che Kolarov sarà squalificato. Ma proprio quando la luce pareva spegnersi, Ranieri ha trovato il modo di riaccenderla inserendo Dzeko accanto al ceco. Diventato improvvisamente più che utile, addirittura determinante. La mossa ha spiazzato la Samp, che pure avrebbe potuto sfruttare l’ennesima amnesia romanista nel recupero: in un’azione pressoché identica, Sau a Cagliari la fece piangere, ieri invece Quagliarella è arrivato in ritardo. Il primo vero segno tangibile, forse, del cambio tra Di Francesco e Ranieri.
Ci pensa il capitano: zampata di De Rossi, Roma ancora viva
07/04/2019 alle 15:55.