GASPORT - Arriva ad Udine ad appena 23 anni, nel 2010, e, per la prima volta, lascia la Francia per tentare l’avventura in Serie A. Dopo tre anni, in cui si rende conto «di poter fare il salto, ormai ero cresciuto», Medhi Benatia accetta la Roma. Anche senza Champions League, pur sapendo di far parte di una squadra che doveva ricostruirsi: «Resto una sola stagione, ma nasce un grande amore. (…)». Ci sono esperienze che la vita te la cambiano: Roma e Udinese hanno scritto le pagine più importanti di Benatia, oggi in Qatar.
Quella di sabato è un po’ la sua partita.
«Sono due squadre a cui sono legato. Penso finisca 2-1 per la Roma, è importantissimo vincere per andare in Champions. Ce la possono fare, ma non devono più sbagliare».
(…)
Lei parla spesso di Guidolin e di Garcia come di due allenatori chiave per la sua carriera.
«Guidolin mi ha insegnato la mentalità italiana e la cultura del lavoro, mi ha fatto capire come ci si comporta in un gruppo e con la sua Udinese facemmo dei risultati incredibili. Con Garcia ho lavorato solo un anno, ma gli voglio bene. Mi ha dato fiducia, a volte gli facevo anche da interprete, dopo i due mostri Totti e De Rossi mi fece capitano. Sono cose che non dimentico, così come l’Olimpico. Quando entri in quello stadio, con quella gente, hai voglia di spaccare il mondo. Meriterebbero di vincere di più, quei tifosi. E io li capisco. Il vero romanista vuole vincere».
Con gli ex compagni si è lasciato bene, con la società meno.
«Il tempo mette a posto le cose. Ho risentito Sabatini, una gran persona, come Massara e Balzaretti. Per non parlare di Checco (Totti, ndr ). Purtroppo non ho potuto vederlo quando è venuto a Doha, ma spero di andarci presto a cena. Pallotta? Mai più sentito».
(…)
C’è chi le dice che se davvero gli sceicchi fossero interessati alla Roma, lei potrebbe tornare.
Ride: «Magari».
Il suo amico Ziyech è stato ad un passo da Trigoria?
«Durante il Mondiale parlavamo di Roma, mi faceva mille domande, era molto interessato. Poi non so perché non sia arrivato. Credo non lo sappia neanche lui».
(…).