(…). Se c’è una sfida mediaticamente accattivante sul piano internazionale per quanto riguarda gli allenatori e la loro storia, quella tra Roma e Napoli ha tutti i crismi per andare in vetrina. Certo, di tecnici giramondo possono essercene anche altri, ma collocare in uno stesso stadio uno come Claudio Ranieri (…) a fianco del collega Carlo Ancelotti (…) è merce rara. (…). Certo, l’allenatore giallorosso vive giorni assai più agitati rispetto al suo collega. Chissà quanto gli pare lontana la vittoria della Premier League alla guida del Leicester nel 2016 (forse una delle più grandi imprese della storia del calcio), così come i successi ottenuti a Valencia tra il 1998 e il 1999 (una Coppa di Spagna e una Supercoppa Europea). Ma forse anche la promozione in Ligue 1 col Monaco, così come le esperienze con Atletico Madrid, Chelsea, Nantes e Fulham – per non parlare di quella, pur malinconica, della nazionale greca – gli paiono in certo senso psicologicamente più agevoli rispetto a quella con la Roma. Non è un caso che ieri Ranieri abbia parlato alla squadra (finalmente al completo dopo il ritorno di tutti i nazionali), (…).Il senso del suo discorso è stato chiaro: «Dovete essere più squadra e mostrare più carattere. Avete tante qualità, anche se non riuscite a metterle sempre in mostra. Ma l’obiettivo di centrare la zona Champions League è ancora alla nostra portata». (…).Carlo Ancelotti ha vinto campionati in Inghilterra, Francia e Germania e dove non c’è riuscito, in Spagna, ha portato la storica «decima» Coppa Campioni al Real Madrid. Però in estate è stato felice di accettare la proposta di De Laurentiis per tornare in Italia, dopo 9 anni in giro per l’Europa. A Napoli ha portato entusiasmo e non era semplice dopo le tre stagioni spettacolari di Sarri. La piazza lo stima, ma chi se n’è innamorato follemente è De Laurentiis che, volendo per lavoro spostarsi sempre più a Los Angeles, affiderebbe proprio ad Ancelotti un ruolo da manager alla Ferguson, con contratto molto lungo. (…).
(gasport)