IL MESSAGGERO (U. TRANI) - Scontro frontale e totale. La piazza è stufa. E sa con chi prendersela, a vedere quanto accaduto in Portogallo. Monchi, i giocatori, Baldissoni e Balzaretti: gli ultrà giallorossi, già a metà mattinata, alzano la voce, indicando alcuni dei principali responsabili di questa stagione che ormai ha preso la piega peggiore. Non ne possono più e urlano la loro rabbia prima della partenza della Roma da Oporto. Contestazione pesante e, a parole, violentissima, all'aeroporto Francisco de Sa Carneiro. Almeno venti tifosi della Roma, dopo aver effettuato i controlli, hanno aspettato la squadra proprio al gate 35. Lì Di Francesco, i dirigenti e i calciatori sono saliti sul charter Alitalia che li ha riportati a Fiumicino nel primo pomeriggio. E lì che si è acceso il confronto, feroce e anche pericoloso. La situazione non è degenerata solo perché sono intervenuti 3 uomini della Digos a far da schermo davanti al finger, subito aiutati dagli uomini della sicurezza del club di Pallotta e dagli agenti portoghesi.
DS ATTACCATO Il picco della contestazione è stato toccato quando al gate si è presentato Monchi. È nel mirino e non c'è da chiedersi perché. «Te ne devi andare, hai sfasciato la squadra». Il ds inizialmente li ignora. Ma quando sente la raffica di offese, mentre presenta il documento e la carta d'imbarco, decide di replicare: «Siete bravi voi...». Gli ultrà. «Hai pure il coraggio di rispondere. Vattene». Monchi sbotta: «Tra 6 mesi vi vengo a prendere uno a uno, ricordatevelo». Nessuna minaccia, solo difesa del suo lavoro. È convinto che presto sarà apprezzato. Al rientro nella Capitale pente dello sfogo su Instagram: «È vero, c'è stato un momento di nervosismo, a causa della grande delusione che proviamo tutti. Me ne scuso con tutti i tifosi e in particolare con quelli presenti all'aeroporto in quel momento. Forza Roma!» Ma lo strappo di Oporto conferma il prossimo addio del ds: presto comincerà a lavorare per l'Arsenal. La separazione ufficiale già nelle prossime ore.
GRUPPO DERISO «Ma quale campione del mondo? Sei proprio scarso». L'obiettivo è Nzonzi. Gli ultrà inquadrano i calciatori. Urlando «Mercenario» a Dzeko, prendendosela con Schick. E con Karsdorp. Sorpreso e al tempo stesso umiliato. Come pure Florenzi. E, nel corridoio che dal free shop porta al gate, altre urla. Adesso i tifosi circondano il vicepresidente Baldissoni e Balzaretti. «Basta, vergognatevi. Vogliamo rispetto». E insulti irripetibili. Ignorato il nuovo ad Fienga.
MASSIMO RISPETTO «Ma che c'entra lui, lasciatelo stare. Gli tocca allenare ste pippe, sti mercenari». Di Francesco passa e, riceve qualche pacca. Gli ultrà non riescono a infierire. Ce l'hanno con i giocatori. Eusebio, del resto, va guardato in faccia per capire che cosa stia passando. Occhi gonfi, notte passata in bianco. La Roma, fino all'ultimo, rimane al primo posto nella sua testa. È scortato pure lui, da due uomini della sicurezza. Protezione inutile. Lo è invece quella che Totti offre ai calciatori. Francesco si ferma con i tifosi. Il tono della conversazione è pacato. Distrae i contestatori e permette a diversi calciatori di raggiungere l'aereo. La discussione finisce con gli abbracci e i selfie di rito. Gli stessi dedicati a De Rossi, anche lui applaudito. Quando Totti sale in areo, Monchi deve ancora passare. E non può quindi fare da scudo pure al ds. «È un peccato che sia finita così», ammette Francesco, riferendosi all'amico Eusebio. «Potevamo sfruttare meglio alcune ripartenze nei supplementari» sospira. Agli ultrà garantisce: «Siamo i primi a essere dispiaciuti, non pensiate che lo facciamo apposta...».