IL TEMPO (T. CARMELLINI) - Incredibile ma vero. Novantacinque minuti per avere la meglio del Frosinone che naviga in fondo alla classifica (peggio solo il Chievo) e che invece ha rischiato di fare un danno enorme alla rincorsa Champions della Roma. Ci pensa Dzeko quando ormai due punti sembravano buttati via, rimasti incagliati nel vento e nella voglia di uno Stirpe che ci ha creduto fino all'ultimo. Invece il bosniaco segna al novantacinquesimo suonato un gol pesantissimo che tiene una Roma modesta e per lunghi tratti inguardabile, in corsa e in scia al Milan per il quarto posto. Di Francesco pensa alla Lazio e fa male, perché con questa squadra, se fa quello che ha mostrato ieri, al derby succede una carneficina perché la Lazio non è il Frosinone. Una Roma senza personalità, ancora una volta senza testa che parte col freno a mano tirato. Poi svolta in settantadue secondi sempre per la giocata di un singolo (gol e «assist» sempre di Dzeko, più rete di Pellegrini con tanto di dedica alla moglie gravida in tribuna), va di nuovo sotto e riemerge a tempo scaduto per una giocata di un altro fenomeno: De Rossi. Il capitano cammina per un tempo, ma fa sempre meglio di quelli che vorrebbero ambire al suo posto. Sua l’idea a tempo scaduto che manda sul fondo El Shaarawy per l'assist a Dzeko che segna di basso ventre (gesto degno del miglior attore hot) mandando in delirio la ciurma giallorossa che ha sfidato le intemperie semplicemente per esserci. Si rompe Manolas e questo per il derby non è un bene, visto che era l’unico dei quattro diffidati che Di Francesco aveva rischiato: e anche qui l’allenatore una domanda se la dovrebbe fare. Anzi, forse più di una, perché è chiaro che questa squadra non lo segue: o forse non capisce quello che vuole, perché anche ieri di gioco, idee e cose organizzate in campo poche o niente. Giocatori svagati, lontani anni luce (Nzonzi il peggiore a paletti), un portiere che fa una cosa da terza categoria (ma poi in parte si riscatta): perché un gol così in serie A non lo puoi prendere. Bilancio: Dzeko-Frosinone 3-2 all’overtime. E tutti a casa, con tre punti pensati in tasca, ma tanti dubbi: troppi, per provare a dargli un senso positivo compiuto.