«Lo stadio si fa», dice Virginia Raggi. Una pausa, e poi, guardando la delegazione della Roma, aggiunge: «I proponenti, se vogliono, potranno aprire i cantieri già entro l'anno». Il fischio d'inizio della partita sullo stadio lo dà la sindaca della Capitale dopo aver ricevuto l'ok dal Politecnico di Torino in una relazione sulla mobilità dell'area dove sorgerà l'impianto, passaggio non vincolante ma «politicamente» necessario dopo gli arresti di Luca Parnasi e del «facilitatore» di Raggi, Luca Lanzalone. Un sì ancora virtuale, però, perché condizionato alla messa in pratica delle soluzioni per evitare quello che i tecnici di Torino non esitano a definire un quadro «catastrofico», relativo a un contesto «preoccupante» con «scenari futuri di possibile blocco pressoché totale della rete di connessione con lo stadio» e, addirittura, con «possibili effetti relativi alla salute dei cittadini». Alla durissima diagnosi il Comune di Roma risponde con il Pums — Piano urbano di mobilità sostenibile — che punta a rinforzare il trasporto su ferro per dare ai romani un'alternativa all'auto: treno, bus o piste ciclopedonali. Ma sulle soluzioni la prognosi del Politecnico prevede tempi più lunghi di quelli annunciati da Raggi. [..]
(corsera)