Il Milan non sa infierire, la Roma non sa affondare il colpo del k.o. e l’1-1 alla fine è una mezza sconfitta per tutti. Piatek sempre più giustiziere alla Clint Eastwood, Zaniolo che continua a lasciare il suo segno di Zorro, ma qui non è Hollywood bensì la periferia della Champions, l’ultimo «scudetto» alla portata di giallorossi e rossoneri. Alla fine Gattuso e DiFra recuperano un solo punto alla disperatissima Inter nella rincorsa al torneo che, con i suoi milioni, ti cambia la vita. Ma non le fanno ancora sentire addosso il loro fiato. (...) a Roma opta per la soluzione tattica speculare al Milan, un 4-3-3 con un centrocampo per una sera più geometrico (De Rossi) e mobile (Pellegrini affonda più di Paquetà e Zaniolo ha movimenti e corsa spesso imprendibili per Kessie). Ma paga il doppio errore difensivo sul gol di Piatek, insiste con troppi cross dalle fasce invece di tentare manovre palla bassa alla Di Francesco. Ed è comunque sotto standard in parecchi interpreti, cominciando da Kolarov e Florenzi. Non è facile giocare in queste condizioni, con 7 gol che sembrano una ghigliottina pronta ad abbattersi sul tuo collo. Di Francesco ci prova più di Gattuso, inserendo in corso d’opera El Shaarawy e Kluivert, nel tentativo di spezzare le reni di Romagnoli e Donnarumma. Ci pensa anche il palo, sul colpo di testa di Pellegrini, a dire no. Ma non è un caso che il Milan abbia preso soltanto 4 gol nelle ultime 10 partite. Quello che nessuno può togliere ai giallorossi è Zaniolo che, dal timido debutto al Bernabeu, è diventato un assatanato a frequente rischio «giallo». Come spesso gli accade, i 19 anni lo spingono ad andare fuori giri dopo un tempo: ma strappi, accelerazioni, tocchi, visione di gioco e ancora il gol, il terzo (dopo una ventina di secondi a inizio ripresa), con tacco di Schick, sono un pozzo di meraviglie del quale non si vede ancora il fondo. (...)
(gasport)