IL TEMPO (M. VITELI) - Solitamente, quando un allenatore è in difficoltà si affida alla vecchia guardia. Ma con De Rossi acciaccato, Kolarov più che appannato e Dzeko che lascia ancora una volta l'istinto del «killer» negli spogliatoi, a salvare Di Francesco questa volta
sono i giovani. Primo fra tutti Nicolò Zaniolo. Il diciannovenne di Massa con mezzo sangue romano (da parte di madre), è una vera forza della natura. E ha grinta da vendere. Il gol che permette alla Roma di restare in scia del Milan ed avvicinarsi all'Inter lo realizza prima di
testa e poi di piede, con un siluro rabbioso e deciso. È il suo primo sigillo sotto la Sud, vederlo correre ed urlare la sua gioia mista a carattere è un'iniezione di fiducia e speranza. «Meritavamo di più - sono le sue prime parole a fine match - c'erano tre o quattro occasioni che dovevamo buttare dentro». Poi sul ruolo. «Il mister mi aveva detto che l'esterno doveva
scalare, di fare la mia parte che la partita sarebbe venuta fuori». Chiusura con lo sguardo al futuro. «Ora dobbiamo lavorare per arrivare in Champions e dimostrare che con la Fiorentina è stato un caso». Il cross che mette in crisi Musacchio, salvato dall’autogol da uno strepitoso intervento di Donnarumma prima dell'arrivo in tromba di Zaniolo è del resuscitato Karsdorp, uno dei pochi ad uscire tra gli applausi. «Mi fa piacere - dice - ma
nello stesso tempo mi dispiace sentire i fischi per i miei compagni. A volte le squadre non riescono ad esprimere il loro valore, può succedere».
All’azione del pareggio giallorosso contribuisce poi in modo determinante anche Patrick Schick, con un colpo di tacco intelligente e non solo spettacolare. Il ceco sta crescendo. Tra le sue giocate, da segnalare un aggancio davvero sublime prima di un tiro invece poco azzeccato. Il quarto moschettiere della serata è Lorenzo Pellegrini. Da un suo errore nasce il gol di Piatek che porta in vantaggio il Milan, ma lui ha la forza di reagire. Graziato dall’arbitro Maresca, che non lo ammonisce per la seconda volta per una trattenuta da dietro su Bakayoko, sfiora nel finale il gol da tre punti, negatogli solo dal palo. Che sia
stata la linea giovane a tenere su il fortino pericolante di Di Francesco, può essere letto sicuramente come un segnale positivo dal quale ripartire. Certo, non può bastare, ma vista la situazione attuale meglio accontentarsi. In fondo la corsa ad un posto Champions è ancora aperta.