GASPORT - Al quotidiano sportivo ha parlato l'ex allenatore di Nicolò Zaniolo, Roberto Breda, che lo fece esordire tra i professionisti con la Virtus Entella. Ora l'esplosione nella Roma, che però non sorprende il suo ex allenatore: «Assolutamente no, perché si vedeva già all’epoca che aveva delle qualità importanti». Queste le sue parole:
Quando prese la decisione di portarlo con sé, tra i grandi?
«Si era messo in mostra durante le partitelle infrasettimanali con la Primavera ed allora decisi di farlo salire in prima squadra. Aveva qualità tecniche e prestanza fisica, ma anche l’atteggiamento giusto con noi grandi. Ascoltava, voleva apprendere, zero comportamenti da star o presunta tale».
Ed infatti sembra anche un ragazzo a tratti taciturno.
«Direi più silenzioso, che è diverso. Ma in campo è anche di personalità. Con la testa c’era sempre. Di solito i ragazzi hanno delle pause, a volte sbagliano negli atteggiamenti. Lui invece era sempre presente nel modo di lavorare».
Non la sorprende che anche Di Francesco gli abbia disegnato addosso il ruolo di trequartista.
«Direi proprio di no. Tra l’altro lui è un trequartista moderno, perché ha qualità tecnica ma anche grande fisicità. Insomma, è uno che sa anche “picchiare”, nel senso che fa anche quantità. Di solito il limite delle mezze punte è che fanno una fase difensiva approssimativa. Invece lui con quell’impeto e quell’aggressività dà una grande mano anche in fase di non possesso. E si fa sentire, perché ha gamba e intensità».
Il rischio ora è di montarsi un po’ la testa...
«Non credo. Alla personalità abbina anche tranquillità comportamentale. E poi lui è uno sempre concentrato sull’obiettivo. Come tutti i ragazzi ha bisogno di sbagliare per continuare a crescere, ma non lo vedo superficiale. E non penso si possa montare la testa».
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