LEGGO (F. BALZANI) - Le scuse non bastano, non possono bastare. La Roma esce umiliata, come mai nella sua storia, dai quarti di finale di coppa Italia. Sette a uno, l'incredibile risultato finale a favore della Fiorentina che estromette la squadra di Di Francesco dal trofeo che a Trigoria è entrato più volte. Sette a uno, non dal Manchester o dal Bayern. E nemmeno dalla Fiorentina di Antognoni o Batistuta, ma da quella di uno straripante Chiesa e di Muriel. Un disastro totale in una partita senza storia. Dopo soli 33 minuti, infatti, i viola erano già in vantaggio per 3-0 approfittando degli squilibri tattici di una squadra che ha subìto 12 gol nelle ultime 3 partite.
Di Francesco ha rischiato troppo mettendo in campo Schick e Pastore. Proprio dagli errori dell'argentino (seguiti da quelli difensivi di Florenzi e compagni) sono nate le prime due reti della Fiorentina. La Roma ha provato una timida reazione con Kolarov e nella ripresa Di Francesco ha intasato l'attacco. La squadra si è sbilanciata ulteriormente e sono arrivate nell'ordine le reti di Benassi, Chiesa e Simeone. In mezzo pure l'espulsione di Dzeko da parte dell'arbitro Manganiello, pure lui tra i peggiori oltre alla telecronaca della Rai pesantemente criticata sui social. A fine partita la squadra si è beccata i giusti cori di protesta dei 2000 tifosi che hanno sfidato la pioggia in un giorno feriale. Stavolta senza reagire, come successo a Termini martedì.
«C'è solo da chiedere scusa alla nostra gente. Fatico a dare delle spiegazioni. Una partita gestita malissimo sotto tutti i punti di vista», la prima flebile dichiarazione di Di Francesco. «Ci perdiamo con tanta facilità, è un aspetto mentale - ha ribadito il tecnico - Possiamo fare tutti i discorsi tattici, ma in primis ci metto la testa. Il mio futuro? Ha un peso importante questo 7-1 che va al di là della sconfitta. Dobbiamo fare per questo tante valutazioni. Voglio ragionarci un po' sopra, essere riflessivo rispetto a come sono dopo le partite, dove divento spesso istintivo. Voglio valutare tutto a freddo. Il mio stato d'animo non è tra i migliori anche se oggi sparare su di me è come sparare sulla croce rossa». Anche il ds Monchi ha chiesto scusa: «Forse il giorno più difficile da commentare come direttore sportivo in tutta la mia carriera. Chiedo scusa a tutti i tifosi, quelli presenti qui e quelli a casa. Ora non è il momento delle valutazioni, posso ripetere solo scusa. Se qualcuno è in discussione è il ds che ha fatto la squadra e ha dato fiducia a Di Francesco».