LA REPUBBLICA - Lo hanno avvicinato sul marciapiede, poi seguito lungo la rampa del suo condominio e giù fino al box, in un palazzo nuovo nel cuore della Chinatown milanese. Una minaccia secca e lui, Davide Lippi, procuratore di calciatori e figlio del ct mondiale Marcello, che rimane fermo, senza scomporsi. Dietro al cancello automatico, le 19.40 di ieri sera, il traffico del rientro a casa e dei ritardatari dell’happy hour. I tre aggressori, tutti coi caschi integrali, sono scesi dallo scooter e hanno accorciato le distanze, indicando il polso: per il Rolex, dirà poi Lippi ai carabinieri della compagnia Duomo intervenuti sul posto, con una minaccia urlata («Ti ammazzo») da uno dei tre. Ai calci degli assalitori, l’agente ha reagito a sua volta a calci, mettendoli in fuga prima di dare l’allarme. Dei tre, finora, nessuna traccia.