Essere il terzo nella linea di successione dopo Francesco Totti e Daniele De Rossi è qualcosa che, in una città come Roma, può anche schiacciarti. Lo sapeva fin da ragazzino Alessandro Florenzi, [...] che, però, non ha ancora messo tutti d’accordo: c’è una buona parte della tifoseria che non lo apprezza, ma probabilmente il suo «peccato originale» è di non essere come i suoi predecessori. Anche di questo ha parlato ieri in una lunga intervista rilasciata a Sportmediaset: «Mi piacerebbe essere un capitano che si avvicini a Daniele - le sue parole -. So che non è facile e che ho una strada difficile per arrivare a lui o a quello che è stato Francesco. Il rapporto con i tifosi lo sento molto, ma lo faccio passare perché so che siamo accomunati dal bene per la Roma. Non lo dico per far arrivare qualcosa di diverso, ma è la verità: alcune volte non dovevo giocare e invece l’amore per questa maglia mi ha fatto prendere antinfiammatori per farlo. Io ho questo amore dentro, ho firmato un contratto importante, spero che con le prestazioni future possa tornare tutto a posto».
Nonostante un inizio di stagione complicato, la Roma è ancora in corsa, scudetto a parte, per tutti gli obiettivi: «Sappiamo che possiamo e dobbiamo fare meglio. In questo inizio di 2019 serviranno più continuità e più risultati, dobbiamo ripartire dal gruppo perché da soli non si vince. La Coppa Italia in passato ci ha già dato dispiaceri, ma potrebbe essere veramente un obiettivo importante. Non dobbiamo levare i sogni dalla nostra testa, abbiamo un altro obiettivo che potrebbe essere la Champions League [...]». [...]
(Corsera)