Branchini: «Trasparenza grazie a noi e chi sbaglia ora paghi»

07/01/2019 alle 16:05.
giovanni-branchini-pimo-piano-750x450

Quasi 30 anni fa, nel 1991, la Fifa fece nascere l'albo degli agenti con un boom immediato. Poi, gli eccessi dell'ultimo decennio hanno snaturato una professione tanto cruciale ormai, quanto sottoposta a continui rischi. In questo momento delicato la trattativa per la reintroduzione della figura dell'agente Fifa, voluta dal presidente Gianni Infantino, vede ancora una volta protagonista Giovanni Branchini. L'agente milanese contribuì ai lavori del `91 e allo stesso modo si sta prodigando anche in questo importante remake. Le sue considerazioni sono all'insegna dell'ottimismo. «Non posso che essere soddisfatto del lavoro di questi mesi. Si era partiti da posizioni nette, anche dure. Non è un mistero che l'operato dei procuratori sia da sempre nell'occhio del ciclone. Ma è positivo che sia emerso un rapporto costruttivo da parte di tutti». 

Qual è stato il momento di svolta?
«Certamente i nostri interlocutori sono stati favorevolmente colpiti dal fatto che abbiamo insistito per rendere pubbliche le nostre singole parcelle. Del resto invocavamo da tempo questa operazione di trasparenza, ma nessuno ci aveva mai ascoltato».

Invece stavolta?
«Do atto alla Fifa di aver per la prima volta invitato i massimi rappresentanti degli agenti a dire la loro. Dopo lo scempio della deregulation abbiamo sofferto tutti in questi anni, anche perché il calciomercato è cambiato ed è giusto che ciascuno faccia la propria parte, ma senza caccia agli untori». I super compensi di Mendes e Raiola fanno discutere. «Io dico solo che l'operato dei super agenti non pub fare media. La realtà della professione dice che i guadagni non sono così ingenti come appare. E comunque il calcio non pub più fare a meno degli intermediari».

[..]

Quanto può resistere questa riforma?
«Io spero a lungo. Anche perché ci siamo ripromessi di rivederci in futuro periodicamente, in modo da poter aggiornare il nostro confronto. Le esigenze del calcio sono in continuo mutamento ed è strategico fotografare le novità al momento giusto. Gli agenti hanno voglia di contribuire allo sviluppo di questo bellissimo mondo. Non è solo una questione d'immagine, ci teniamo a fare fino in fondo il nostro dovere».

(gasport)